(Rinnovabili.it) – Efficienza energetica, fonti rinnovabili, ma anche, e soprattutto, carburanti fossili: questi gli ingredienti principali della nuova strategia per la sicurezza energetica europea, dimostrazione concreta di quanto ancora l’Unione Europea non riesca osare, continuando a essere ancora molto, anzi troppo, attaccata al vecchio paradigma energetico. A riportare nero su bianco quelle che saranno le prossime azioni comunitarie per aumentare la sicurezza delle forniture, è la comunicazione “European Energy Security Strategy”, presentata oggi a Bruxelles dall’Esecutivo europeo.
La nuova strategia è il frutto diretto della difficile situazione geopolitica che l’Europa sta oggi affrontando unitamente alla dipendenza dalle importazioni di gas e greggio, elementi sensibili che hanno portato la Commissione a presentare precise proposte di contrasto. “Dopo la crisi del gas del 2009 l’UE ha già fatto molto per aumentare la sicurezza delle forniture energetiche, ma rimane ancora vulnerabile”, ha spiegato José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. “Le tensioni in Ucraina hanno portato di nuovo alla ribalta questo problema. Alla luce di una dipendenza generale da un’importazione di energia superiore al 50%, è necessario compiere ulteriori progressi”.
E per compiere questi progressi, gli elementi su cui puntare saranno la diversificazione delle forniture esterne di energia, il potenziamento delle infrastrutture energetiche, la realizzazione di un mercato interno dell’UE per l’energia e il risparmio energetico. Azioni concrete: questo quanto chiede oggi la Commissione Europea a partire dalla proposta d’effettuare valutazioni globali del rischio (stress test) da condurre a livello regionale o comunitario, simulando un’interruzione della fornitura di gas. L’obiettivo è quello di verificare come il sistema energetico possa affrontare gli eventuali rischi e, a partire da ciò, sviluppare piani di emergenza e creare meccanismi di riserva. Perché la strategia possa avere successo ovviamente, l’UE-28 dovrebbe “parlare e agire all’unisono”, dichiara Barroso, sottolineando la necessità di completare al più presto il mercato interno dell’energia e realizzare i collegamenti infrastrutturali mancanti. Nello specifico, l’esecutivo ha individuato 33 progetti infrastrutturali ritenuti fondamentali per la sicurezza energetica con cui estendere l’interconnessione della capacità elettrica installata al 15% entro il 2030.
Tra gli elementi chiave c’è il dictat di diversificare i paesi e le rotte di fornitura. Questo significherà, affiancare a Russia (oggi il 39% delle importazioni di gas in volume), Norvegia (33%), Algeria e Libia (insieme il 22%), nuovi partner e rotte di rifornimento. Altra priorità della Strategia per la sicurezza energetica: rafforzare i meccanismi di solidarietà e di emergenza e proteggere le infrastrutture critiche, attraverso un’azione di potenziamento collettiva, come spiega Günther Oettinger, Commissario per l’Energia.
La Commissione Europea propone inoltre di aumentare la produzione locale di energia puntando sia sulle rinnovabili che sulla “produzione sostenibile di combustibili fossili”, e di migliorare nel contempo l’efficienza energetica, soprattutto quella legata al settore edilizio. Infine la strategia chiede di migliorare il coordinamento delle politiche nazionali dell’energia ed esprimersi all’unisono nella politica esterna in materia di energia. Il testo verrà discusso in Consiglio europeo il prossimo 26-27 giugno.