Gli Stati Membri propongono l'introduzione di un moltiplicatore per i risultati raggiunti su consumi verdi nel settore trasporti. Una mossa che potrebbe nascondere i reali dati sulle fossili
Sono iniziati i negoziati sulla nuova direttiva rinnovabili RED II
(Rinnovabili.it) – Dare maggior valore agli sforzi fatti nella decarbonizzazione dei trasporti comunitari. Questa la proposta che il Consiglio dell’Unione europea porterà avanti all’interno dei colloqui sulla nuova direttiva rinnovabili RED II. Il provvedimento, parte del Pacchetto Energia pulita per tutti, deve ancora trovare la sua forma definitiva. A regime stabilirà gli obiettivi comunitari e nazionali sulle fonti rinnovabili da raggiungere entro il 2030 ma lo scontro in atto tra Europarlamento e Consiglio – le due braccia legislative dell’Unione – rende incerto il contenuto finale.
Trovare un punto di incontro tra i deputati europei e i Ventotto è essenziale per l’entrata in vigore della RED II. Le posizioni dei due organi, oggi in piena fase negoziale, sono tuttavia estremamente distanti come dimostra l’ultima proposta in tema trasporti.
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Il Consiglio ha scelto un obiettivo di rinnovabili nei consumi finali per il settore superiore a quello fissato da Strasburgo: un 14% contro il 12 % dell’Europarlamento. Ma, c’è un “ma”, come spiega lo stesso Consiglio “L’ ambizioso approccio consiste in un obiettivo generale del 14% per le energie rinnovabili nel settore dei trasporti per ogni Stato membro e un obiettivo secondario del 3% per i biocarburanti avanzati, con la possibilità di conteggiare due volte questi carburanti“. Il doppio conteggio farebbe sì che, ad esempio, se il consumo di melassa della canna da zucchero per la produzione di biofuel fosse del 2% dell’energia totale utilizzata nel trasporto, verrebbe conteggiato invece come un 4%. Lo stesso vale per l’elettricità “verde” impiegata per la mobilità, per la quale il Consiglio dell’UE ha proposto addirittura un moltiplicatore pari a cinque: il che vuol dire che per ogni due auto elettriche nell’analisi finale ne saranno conteggiate dieci. Difficile non intuire come un simile meccanismo lasci spazio a diverse criticità, con il rischio di nascondere il reale consumo di combustibili fossili per coprire il fabbisogno energetico effettivo.
La proposta ha già incontrato la ferma opposizione di Commissione Europea ed Europarlamento, ma è ovvio che per portare a casa la nuova direttiva rinnovabili, il trilogo dovrà giocare d’equilibrio. Uno dei punti di maggiore scontro rimane il target di rinnovabili nei consumi energetici finali (elettricità+calore+trasporti): l’esecutivo ha ammesso di aver “sbagliato i calcoli” e che il target indicato nella bozza dovrebbe diventare almeno un 30%, Strasburgo preme perché l’obiettivo sia portato al 35% e la posizione adotta dai Ventotto si aggrappa con forza al solo 27%.