Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo e Spagna sono i 7 Stati Membri che non hanno rispettato la scadenza per la presentazione delle bozze di Piano Nazionale Energia e Clima, fissata al 31 dicembre 2018
Italia in zona Cesarini ha presentato il Piano Nazionale Energia e Clima lo scorso 8 gennaio
(Rinnovabili.it) – Sono 7 i Paesi dell’UE che non hanno rispettato la scadenza per la presentazione delle bozze di Piano Nazionale Energia e Clima. Entro il 31 dicembre 2018, infatti, tutti e 28 gli Stati Membri avrebbero dovuto consegnare all’esecutivo UE una prima bozza di documento che, una volta controllato e verificato, diventerà poi definitivo per essere adottato entro il 31 dicembre 2019. Nonostante la maggior parte degli Stati membri abbia rispettato la scadenza, tra cui l’Italia che ha presentato la sua proposta di Piano Nazionale Energia e Clima 2030 lo scorso 8 gennaio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo e Spagna, invece, non hanno presentato alcuna bozza entro i termini richiesti. I piani nazionali in materia di energia e clima sono essenziali per raggiungere gli obiettivi generali dell’Unione europea al 2030, nonché per gli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi. Agli Stati Membri è stato fornito un modello di Piano nazionale al fine di armonizzare il processo, ma tra quelli che sono stati presentati in tempo, sono tanti quelli in cui mancano molte delle informazioni richieste.
I funzionari dell’UE, tra cui il capo all’energia, Maroš Šefčovič, hanno ripetutamente invitato gli Stati membri a “fare i compiti” nel corso del 2018, ma evidentemente il messaggio non è stato abbastanza forte da convincere tutti i 28 a rispettare i loro impegni. Il capo del Climate Action Network Europe, Wendel Trio, ha invitato la Commissione a garantire che il resto delle bozze venga presentato e che i piani vengano resi pubblici in toto.
Gli attuali tagli delle emissioni, per quanto riguarda gli obiettivi giuridicamente vincolanti, sono sulla buona strada per raggiungere un indice di riferimento del -80% entro il 2050, ma una recente strategia a lungo termine pubblicata dalla Commissione potrebbe superare tale obiettivo fino al 90% e al 100% se venisse adottata. Per contribuire, infatti, agli impegni assunti dall’Accordo di Parigi, si prevede che gli Stati membri presentino le proprie strategie di lungo termine entro il 1 gennaio 2020. I gruppi ambientalisti temono che alcuni Paesi abbiano presentato o presenteranno piani che sono solo in linea con la traiettoria dell’80%, piuttosto che la “carbon neutrality”, che è al centro della strategia al 2050 dell’UE. Nel corso dell’anno, il responsabile clima EU, Miguel Arias Cañete, visiterà diversi Stati membri, tra cui Francia, Germania, Italia, Spagna e Polonia, per discutere sia della questione al 2050 sia della bozza di piani nazionali.