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Treno Verde 2030 in Sicilia tra case colabrodo e comuni rinnovabili

In Sicilia 1 edificio su 4 è necessita di riqualificazione energetica. Ma il 100% dei comuni possiede almeno un impianto rinnovabile. I dati di Legambiente

Treno Verde Sicilia

 

Treno Verde 2030 premia “I RinnovABILI” della Sicilia

(Rinnovabili.it) – Il Treno Verde 2030 ha iniziato il suo viaggio attraverso l’Italia. La prima tappa è quella siciliana dove nel weekend Legambiente ha presentato i dati del report Comuni Rinnovabili e della Campagna 5.0. Il quadro che ne viene fuori mostra andamento altalenante nel percorso verso la sostenibilità.

Oggi nell’Isola, le rinnovabili producono il 25,7% dell’elettricità totale grazie ai 44.683 impianti diffusi in tutti i Comuni. La parte da leone la fa il fotovoltaico che attualmente rappresenta il 98,8% degli impianti verdi installati. Segue l’eolico con appena l’1,1%  a cui però spetta la maggior potenza installata pari a 1.791,5 MW. Di fronte questa spinta energetica, annaspa invece il settore edilizio: nella regione esistono quasi 375 mila edifici residenziali in uno stato definito da Legambiente “mediocre e pessimo”. Parliamo di un immobile su 4 per l’itero patrimonio edilizio siciliano.

 

“Condomini poco efficienti dal punto di vista energetico si trasformano in veri e propri complessi energivori che sprecano moltissima energia termica per riscaldare le abitazioni – ha commentato Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente –  Serve un piano per la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato al fine di migliorare la qualità di vita delle famiglie. È opportuno che queste diventino consapevoli del loro peso energetico e delle opportunità previste per i prossimi quattro anni”. 

 

 

La tappa siciliana è stata anche l’occasione per consegnare i primi nove riconoscimenti di Treno Verde 2030. Legambiente ha premiato con il titolo di “I RinnovABILI”  nove realtà che hanno scommesso sulla transizione energetica pulita. C’è chi come l’Azienda agrituristica Monaco di Mezzo, ha scelto di puntare sul biologico e di riciclare  scarti e sottoprodotti nella produzione di biogas. Chi come  Bagol’Area Azienda Bioagricola – azienda nata da un progetto di recupero del territorio – ottiene il 95% del proprio fabbisogno termico grazie ad una rete di teleriscaldamento connesso ad un impianto biomassa a sua volta alimentato da scarti provenienti dalla manutenzione forestale. O l’Azienda Agricola Val Paradiso, proprietaria di un moderno frantoio e di un mix di mini impianti rinnovabili (dall’eolico al fotovoltaico) con cui produce  100 MWh l’anno.