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Transizione energetica europea, come renderla “giusta”?

In occasione del vertice sugli investimenti nelle energie rinnovabili di Pechino, il CEO di WindEurope ha elencato quelle che dovrebbero essere le priorità nella decarbonizzazione UE: riqualificare, investire e cooperare

Transizione energetica europea
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Nodi, sfide e potenzialità della transizione energetica europea

(Rinnovabili.it) – Intervenendo al vertice sugli investimenti nelle energie rinnovabili di Pechino,  il CEO di WindEurope Giles Dickson ha fatto il punto sulla transizione energetica europea, evidenziando gli obiettivi – sia in termini economici che politici – da raggiungere nei prossimi mesi. 

L’Europa – ha premesso Dickson – è all’avanguardia nel processo di decarbonizzazione energetica e, ad oggi, fornisce un ottimo indicatore delle tendenze che emergeranno a livello globale. Tuttavia, per muoversi in direzione di una “giusta transizione”, e garantire quindi che la decarbonizzazione non porti alla deindustrializzazione, risulta oggi di primaria importanza “riqualificare” gli addetti già impegnati nel campo dei combustibili fossili.  Le compagnie petrolifere – ha spiegato Dickson – hanno un ruolo importante da svolgere: hanno le risorse finanziarie e le competenze tecnologiche per guidare in particolare lo sviluppo dell’eolico offshore. Tuttavia, finora, soltanto in due si sono davvero impegnate per una “conversione” verso l’eolico, cioè Equinor, che ha aperto la strada alle turbine eoliche fluttuanti, e il segmento New Energies di Shell, oggi tra i principali sviluppatori di energia eolica onshore e offshore.

 

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Ma non basta: poiché l’industria eolica europea si affida a catene di approvvigionamento globali, risulta altrettanto indispensabile una cooperazione di carattere internazionale. La guerra commerciale americana – ha sottolineato Dickson – ha creato un notevole contraccolpo per l’UE e l’imposizione di dazi sull’importazione dell’acciaio sta aumentando i costi per i produttori di turbine eoliche. In tale ottica, è essenziale compiere progressi nei negoziati dell’OMC sui sussidi industriali.

 

Dickson ha in particolare raccomandato che sistemi di scambio di quote di emissioni (ETS) simili a quelli dell’UE vengano implementati in tutte le principali economie globali: “attraverso politiche trasparenti e orientate al mercato, i prezzi del carbonio dovranno adeguarsi a quelli richiesti dal processo di decarbonizzazione”, ha affermato Dickson. “Nella maggior parte dei casi però, questo ancora non avviene”.

In alternativa, ha spiegato Dickson in riferimento alla “Carbon Tax” di frontiera sulla quale sta in queste settimane lavorando la Commissione Europea, si potrebbe introdurre una tassa sull’adeguamento delle frontiere del carbonio, selezionando i prodotti ad alta intensità energetica (l’acciaio in questo caso sarebbe il primo della lista) fabbricati in mercati in cui il prezzo del carbonio è inferiore a quello dell’UE. 

 

In ogni caso, ha concluso Dickson, per sostenere i costi della decarbonizzazione e, in generale, verso il passaggio alle rinnovabili, saranno necessari ulteriori investimenti: ”stiamo spingendo per nuovi finanziamenti come parte del Green Deal europeo e, per il momento, abbiamo già i primi segnali positivi”.