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Tecnologia militare per il solare termodinamico da record

Il solare a concentrazione parabolico realizzato dalla svedese Ripasso è pronto a passare dalla fase di test, in atto nel deserto del Kalahari, a quella di produzione commerciale

Tecnologia militare per il solare termodinamico da record

 

(Rinnovabili.it) – Non ha bisogno di acqua, possiede un’altissima  efficienza di conversione che riesce a mantenere per oltre 25 anni e offre un buon rapporto suolo occupato energia prodotta. Stiamo parlando del nuovo impianto di solare termodinamico realizzato dalla svedese Ripasso in Sud Africa. La società presenta il progetto come il più efficiente mai realizzato al mondo per quanto riguarda la percentuale di energie solare prodotta e immessa in rete (oltre 32%) rispetto alla luce incidente.

 

“Tutta la nostra squadra in Sud Africa è stato assunta a livello locale, ed i nostri nuovi sistemi sono stati tutti costruiti con la manodopera del luogo. Funziona benissimo”, afferma il CEO Gunnar Larsson.

 

In realtà, almeno nell’aspetto, l’impianto testato in questi giorni nel deserto sudafricano del Kalahari, è un “semplice” solare a concentrazione dotato di riflettore parabolico circolare. In questo tipo di sistema, la radiazione solare viene riflessa su un fuoco centrale di tipo puntuale dove si trova il lato caldo di un motore Stirling, tecnologia impiegata, fra le altre cose, nei sommergibili militari svedesi. Il paraboloide insegue, attraverso un sistema automatico, la traiettoria solare durante le ore di irraggiamento, mentre all’interno del ricevitore fluisce un gas che si riscalda fino a 720° C e grazie al motore Stirling aziona un alternatore collegato direttamente alla rete elettrica. Fino a qui dunque nulla di diverso dalla norma.  Ripasso promette però di aver raggiunto un’efficienza di conversione mai toccata prima per questo tipo di progetti. Ecco perché dopo la fase di test nel deserto del Kalahari, la società scalda i motori per il primo impianto commerciale.

Alcuni test indipendenti hanno confermato che un unico “dish stirling” creato dalla società svedese è in grado può generare tra le 75 e le 85 MWh l’anno, una quantità sufficiente ad alimentare 24 abitazioni.

L’elevata efficienza di conversione, la facilità di installazione e la possibilità di riduzione dei costi con la produzione in grande serie, rendono questi sistemi, oltre che applicabili alla generazione distribuita, in grado di competere anche con i grandi impianti solari termodinamici a torre. Tuttavia la limitazione di questa tipologia di ricevitori resta la difficoltà nell’accumulare l’energia termica captata e quindi l’aleatorietà dell’energia prodotta. Inoltre come ricorda Larsson “la maggiore sfida nel corso degli ultimi due anni è stata quella di ottenere l’accettazione da parte della comunità finanziaria, in particolare da parte delle banche”. Ora però, rivela il CEO, i finanziamenti ci sono e la prima istallazione su larga scala è già su carta.