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Solare termodinamico, è scontro tra Governo e Sardegna

Regione, associazioni di cittadini e proprietari dei terreni ribadiscono il no all’impianto da 55 MW nelle terre agricole del Medio Campidano

Solare termodinamico, è scontro tra Governo e Sardegna

 

(Rinnovabili.it) – No all’impianto di Gonnosfanadiga. La Regione Sardegna torna ancora una volta sulla questione del solare termodinamico nel proprio territorio, all’indomani dell’approvazione del progetto da 55 MW nelle terre agricole del Medio Campidano. Il Ministero dell’Ambiente e la Commissione tecnica nazionale di Valutazione dell’Impatto Ambientale, infatti, hanno concluso il lavoro istruttorio, dando il via libera all’impianto e consegnando la procedura nelle mani di Palazzo Chigi, data l’opposizione del ministero dei Beni Culturali all’impianto.

 

Ed è al governo che si rivolge il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per chiedere lo stop della centrale Gonnosfanadiga e di quella di Flumini Mannu, progetto di solare termodinamico approvato in precedenza e  che interessa i Comuni di Villasor e Decimoputzu.

“La Regione Sardegna ha sempre manifestato la propria netta contrarietà”, spiega Pigliaru nella lettera indirizzata al premier Gentiloni. Su Flumini Mannu la decisione finale è già stata deferita alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è ipotizzabile che lo stesso avvenga con Gonnosfanadiga. Ciò rende “opportuno e doveroso ribadire ancora una volta la forte contrarietà delle istituzioni regionali e locali, nonché dei territori.

 

È alta infatti l’opposizione di comitati di cittadini e associazioni che si sono uniti in questi mesi ai proprietari, allevatori e agricoltori, delle aree su cui dovrebbero sorgere gli impianti. Proprietari che non hanno intenzione di vendere i terreni, per i quali si profilerebbe la concreta possibilità di un esproprio da parte del governo. “La realizzazione di questi impianti – prosegue la lettera – comporterebbe il sacrificio di un’area produttiva, attualmente adibita ad uso agricolo e al pascolo di bestiame. Ciò sarebbe in contrasto con gli obiettivi della politica agricola regionale per il consistente consumo di suolo agrario, per non parlare della mortificazione delle aziende agricole operanti in quei territori alle quali verrebbe negata la disponibilità di quelle aree con effetti di carattere economico-sociale facilmente immaginabile”. La preoccupazione è anche su quelli che sono definiti gli “inevitabili” impatti negativi sugli ecosistemi.

 

Nella missiva Pigliaru spiega come il piano energetico ambientale della Sardegna riconosca strategici “la generazione distribuita da fonti rinnovabili e lo sviluppo di azioni destinate all’aumento della quota di autoconsumo” ma promuovendo e favorendo “istallazioni di taglia medio-piccola” che occupano poco territorio e soddisfano le esigenze energetiche locali e la diffusione delle reti intelligenti. Tutto il contrario dei progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga che, per il presidente e chi oggi si oppone alle opere, occuperebbero superfici importanti senza ridurre il costo dell’energia per l’utenza finale.