(Rinnovabili.it) – Quali sono oggi le opportunità per il settore del solare termodinamico italiano al di fuori dei confini nazionali? Mentre la tecnologia “made in Italy” continua segnare importanti progressi, su mercati internazionali il Belpaese fatica ancora ad imporre il proprio know-how in materia. Dietro a questa difficoltà c’è essenzialmente un unico motivo: le imprese italiane non dispongono ancora di “referenze”, ovvero di impianti attivi sul territorio nazionale che possano dimostrare l’efficienza e la validità della tecnologia termoidinamica nostrana.
A mettere in luce questo aspetto è oggi l’Anest, l’Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica che denuncia i diversi ostacoli, sia di natura burocratica che di accettazione locale. che in Italia questa tipologia di impianto sta scontrando. “Il settore del solare termodinamico nel nostro paese ha l’eccellenza della ricerca, guidata da Enea, una filiera industriale completa e diffusa sul territorio, una tecnologia capace di produrre elettricità, calore, raffreddamento e possibilità di accumulo e di dispacciamento secondo le necessità della rete – commenta Gianluigi Angelantoni, Presidente ANEST, Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica. Secondo Angelantoni, perché il settore possa esprimere le proprie competenze e potenzialità devono essere rapidamente rimosse le complicanze burocratiche, creando, al contempo, condizioni migliori per l’accettazione locale degli impianti.
Queste problematiche saranno oggetto di uno specifico Convegno promosso da ANEST, con la collaborazione di ESTELA, l’associazione europea del settore, che si terrà presso la Fiera Milano il 7 maggio in occasione di SOLAREXPO 2014. “La tecnologia solare termodinamica ha avuto uno sviluppo maggiore fuori dall’Europa – afferma Luis Crespo, Presidente di ESTELA (European Solar Thermal Electricity Association) – Ma l’Italia, così come la Spagna, che ha già realizzato più di 50 impianti per una potenza di oltre 2,3 GW, può avere ancora un ruolo fondamentale nel far crescere e sviluppare il comparto, non solo nel territorio nazionale ma in tutto il mondo. L’appuntamento del 7 maggio sarà uno passaggio fondamentale per avvicinare i policy makers del sud Europa e dell’area ‘sunbelt’ a questa tecnologia”.