Mohamed IV, re del Marocco, taglierà il nastro di Noor 1, l’impianto solare termodinamico più grande del mondo. È l’inizio di una rivoluzione rinnovabile
(Rinnovabili.it) – Il re del Marocco, Mohamed IV, inaugura oggi il più grande impianto solare termodinamico del mondo. Lo ha anticipato l’agenzia turca Anadolu, ripresa dai media locali. La mega centrale Noor 1 è stata costruita nel deserto del Sahara, vicino alla città di Ouarzazate. Secondo i dati del Ministero dell’Energia marocchino, il costo del progetto sarebbe di 652 milioni di dollari, e la capacità dell’impianto 160 megawatt.
Si tratta della prima fase di un piano più ampio, che prevede l’installazione di 580 MW entro il 2020 tramite i progetti di solare termodinamico Noor 2 (200 MW) e Noor 3 (150 MW), e di fotovoltaico Noor 4. In parallelo agli impianti di Ouarzazate si muove il progetto Noor Midelt, lanciato il 1 gennaio dalla MASEN, l’Agenzia marocchina per l’energia solare, che prevede altri 400 MW installati combinando termodinamico e fotovoltaico. Secondo l’ambizioso obiettivo di Green Plan del governo, lanciato nel 2009, l’intera rete di impianti solari Noor, avrà una capacità minima di 2.000 MW entro il 2020.
Il tutto nella speranza di raggiungere l’obiettivo di coprire, da qui al 2030, il 52% del fabbisogno di energia elettrica nazionale attraverso le energie rinnovabili. In tal modo il Marocco potrebbe ridurre la sua bolletta elettrica, che oggi assorbe 9,9 miliardi di dollari l’anno.
È anche una strategia per ridurre la dipendenza energetica dall’estero, dato che la nazione dipende quasi totalmente dalle importazioni di combustibili fossili: il 96% dell’energia del regno proviene infatti dall’estero, e costa più di 8 miliardi di dollari l’anno.
Dentro l’impianto solare termodinamico più grande del mondo
La costruzione di Noor I, guidata dal consorzio spagnolo TSK-Acciona-Sener, prevede un coinvolgimento delle aziende locali pari al 32%. Tuttavia, le imprese marocchine hanno svolto principalmente un ruolo di supporto, garantendo servizi legati alla costruzione, l’ingegneria, l’installazione e la logistica.
L’impianto solare termodinamico è composto da 500 mila concentratori parabolici disposti su 800 file (che coprono 2.500 ettari). La loro disposizione è stata studiata per minimizzare i danni derivanti dalle tempeste di sabbia e dai venti del deserto. La centrale è di seconda generazione grazie all’impiego della tecnologia dei sali fusi per migliorare la capacità di stoccaggio e quindi la resa energetica dell’impianto. Per quanto riguarda Noor 1, lo stoccaggio previsto è di circa 3 ore.
Le restanti parti dell’impianto – Noor 2 e 3, che nelle intenzioni del governo dovrebbero vedere la luce entro il 2017, e Noor 4 – avranno invece una capacità di stoccaggio superiore, compresa fra le 5 e le 8 ore. In questo modo, la centrale di Ouarzazate dovrebbe essere in grado di garantire durante le ore notturne l’immissione nella rete nazionale dell’energia accumulata, quindi sostanzialmente potrebbe produrne senza alcuna interruzione.
Tre diverse tecnologie di ultima generazione sono state combinate nel complesso: un sistema a concentrazione solare, un impianto solare termodinamico a specchi parabolici e una serie di collettori parabolici a cilindro. A pieno regime, l’impianto dovrebbe produrre energia per 20 ore al giorno e garantire elettricità a 1 milione di abitazioni.
Per il momento il complesso è destinato a soddisfare il solo consumo interno. Tuttavia, l’Agenzia solare del Marocco ha fatto sapere che sono in corso trattative con alcuni Paesi della regione, in particolare con la Tunisia, per concludere accordi di esportazione.