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La Sicilia firma la Carta del Sole

Clini: “L'Italia deve puntare sul solare termodinamico come tecnologia in grado di creare valore aggiunto e rafforzare la competitività industriale del nostro Paese”

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(Rinnovabili.it) – Sicilia, futura capitale del solare termodinamico. La Regione ha tutte le carte in regola per conquistarsi il titolo e da oggi ha anche un impegno scritto tra territorio e impresa. E’ la Carta del Sole, patto tra le parti sociali, il mondo economico ed i protagonisti della politica locale per lo sviluppo di questa tecnologia nell’Isola.

La Carta è stata firmata oggi in occasione del Convegno “Sicilia, l’isola del Solare Termodinamico” organizzato da ANEST (Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica) e FRED Sicilia (Forum Regionale per l’Energia Distribuita) in partnership con Confindustria Sicilia e Fondazione Sicilia. L’evento è servito non solo per fare il punto della situazione sul solare termodinamico dal punto di vista normativo e delle potenzialità, ma anche per inaugurare un nuovo modello di produzione energetica più vicino alle esigenze dei cittadini, capace di formare lavoratori specializzati e al tempo stesso valido per l’Italia e per tutto il Mediterraneo. “Energia distribuita come quella che serve per le utenze dei cittadini e delle Pmi, ed energia, come quella termodinamica, destinata a far funzionare il sistema produttivo siciliano: sono i due pilastri di un nuovo patto per il futuro della Regione, ma anche per un modello di crescita compatibile di cui la Sicilia può rappresentare il laboratorio e la capitale”, ha spiegato Alfio La Rosa, coordinatore del FRED.

La scelta dell’Isola non sorprende se si pensa che proprio qui si sta realizzando la prima centrale termodinamica al mondo che utilizza sali fusi con funzione sia di trasporto del calore che di accumulo termico, basata su brevetti di diversi componenti sviluppati dall’ENEA. Progetto che, come spiegato da Giovanni Lelli, Commissario dell’Agenzia, costituisce un esempio di come il sistema della ricerca pubblica, l’ENEA e quello industriale, in questo caso l’ENEL, “possano incontrarsi e collaborare per sviluppare innovazione tecnologica”.

Ma si può davvero scommettere ad occhi chiusi sul termodinamico? Per Gianluigi Angelantoni, presidente di ANEST non ci sono dubbi che questa tecnologia possa arrivare a competere entro il 2020 con il costo del kilowattora prodotto dal petrolio, “soprattutto se le aziende italiane potranno continuare a fare quello che hanno fatto finora in questo campo: innovare e brevettare nuovi sistemi più efficienti”.

L’Italia deve puntare sul solare termodinamico come tecnologie che possono creare valore aggiunto e rafforzare la competitività industriale del nostro Paese in un mercato mondiale” ha commento in video conferenza il ministro dell’Ambiente Clini, annunciando l’adesione dell’esecutivo alla Carta del Sole. “Lo sviluppo di queste tecnologie è un’occasione importante per la messa a punto di sistemi avanzati di componentistica, in una prospettiva più internazionale, avendo presente più il mercato mondiale di energia che il mercato interno, e tenendo presente che queste tecnologie possono dare risposte a Paesi emergenti dell’Asia, Africa e Sud America”.