(Rinnovabili.it) – E se fosse il solare termodinamico la risposta all’aumento della popolazione? In un momento storico in cui si sta tentando di escogitare modalità sostenibili per nutrire nove miliardi di persone entro il 2050, nuovi progetti sfruttano la tecnologia del solare termodinamico con il fine di dissalare l’acqua di mare e far crescere le colture in regioni ad vittime di siccità. Ci prova anche Sundrop Farms, azienda con sede a Port Augusta, in Australia. Sundrop afferma di essere l’unica al mondo in grado di costruire e gestire serre in zone gravemente carenti di acqua dolce, terreni arabili, o è difficile accedere alla rete elettrica. L’impresa australiana intende trasformare, tramite l’energia del sole, l’acqua di mare in acqua dolce per l’irrigazione, fornire energia e climatizzazione alle serre. I nutrienti che vengono isolati dal processo di dissalazione possono poi essere trasformati in fertilizzanti, che a loro volta avrebbero un utilizzo in serra.
Si potrebbe parlare di un sistema a circuito chiuso per la coltivazione. La capacità di produrre cibo in luoghi dove il clima è troppo ostico per l’agricoltura, potrebbe essere la marcia in più per l’idea di Sundrop Farms. Molti Paesi, infatti, valutano la dissalazione per soddisfare le esigenze crescenti di acqua. Ma sono necessarie tecnologie alternative alle attuali: quelle che utilizzano combustibili fossili convenzionali, infatti, lasciano una carbon footprint di considerevoli dimensioni. Il processo è poi piuttosto costoso, e lascia i comuni e le imprese in balia della volatilità dei prezzi. La dissalazione tramite energia solare è ancora lontana dalla diffusione su vasta scala. Ma l’applicazione che ha progettato Sundrop Farms per le aziende agricole potrebbe avere un buon potenziale.
Port Augusta, situata in una zona arida del South Australia, potrebbe diventare il laboratorio perfetto in cui esplorare la redditività del solare termodinamico in agricoltura. La città riceve soltanto 25 centimetri d’acqua l’anno. Sundrop Farms e il partner KKR stanno investendo in un impianto da 20 ettari che produrrà 15 milioni di chili di verdure. Secondo entrambe le società, si tratta in proporzione di una produzione 100 più volte superiore a quella media delle serre locali. L’impianto funzionerà così: 11.000 specchi parabolici defletteranno la luce solare verso una torre di 115 metri. Essa genererà il vapore che alimenterà le turbine e quindi arriverà a fornire energia alla mega-serra.
Se il progetto avrà successo, Sundrop Farms è pronta a fare il salto globale: ha già nel mirino nuovi mercati negli Stati Uniti e in Medio Oriente. Dato che la California e altri Stati si trovano nella morsa di siccità prolungate, l’acqua di mare potrebbe avere un ruolo più attivo per l’irrigazione.