Rinnovabili

Solare a concentrazione, dall’Enea lo specchio autopulente

Solare a concentrazione

By Z22 - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27881587

Solare a concentrazione
By Z22 – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27881587

Raggiunto un indice di trasferimento tecnologico di 7-8

(Rinnovabili.it) – Arriva dalla ricerca Made in Italy una nuova soluzione per mantenere alta l’efficienza e la durata del solare a concentrazione. Nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Portici, un gruppo di scienziate e scienziati hanno brevettato un nuovo specchio autopulente in grado di ridurre il consumo d’acqua di lavaggio. “Il processo che abbiamo sviluppato permette di affrontare un problema fin qui insoluto grazie ad  un processo di rivestimento che modifica la bagnabilità degli specchi, cioè la capacità di entrare in contatto con l’acqua, preservandone le proprietà ottiche e possibilmente svolgendo una funzione protettiva rispetto ad erosione e corrosione”, spiega la referente del progetto Anna Castaldo, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Energia e accumulo termico e autrice del brevetto insieme ai colleghi Emilia Gambale e Giuseppe Vitiello.

leggi anche Solare termodinamico a concentrazione, la “pioggia ceramica” aumenta la resa

Il solare a concentrazione (CSP) riveste un ruolo di primo piano per il futuro della transizione energetica. Tuttavia bastano piccole perdite di riflettività per determinare gravi cali nell’efficienza complessiva degli impianti. Ancor più che nelle altre tecnologie solari. E dal momento che i grandi impianti CSP sono per lo più localizzati in aree semi aride, dove polvere, sabbia e sporcizia sono un problema quotidiano, le operazioni di pulizia hanno un peso considerevole nella gestione dell’impianto. Sia in termini economici che in termini di consumi energetici e idrici.

Solare a concentrazione, la soluzione ENEA

“Per ovviare a questo problema abbiamo pensato di cambiare ‘pelle’ agli specchi solari avvalendoci di una tecnica semplicissima quale lo spray a bassa pressione di un materiale proveniente dal settore automobilistico”, racconta Castaldo. “Infatti, come gli specchi solari, le auto sono esposte alle intemperie, ma vengono lavate usualmente senza che questo ne determini un’usura. Da qui l’idea di selezionare alcuni componenti delle loro vernici, quelli con i requisiti ottici idonei, e adoperarli per rivestire gli specchi”.

leggi anche Marocco: Enea inaugura il nuovo accumulo per solare termodinamico

Il lavoro del team ha portato alla realizzazione di un rivestimento a base di nanocompositi polimerici ibridi, depositato attraverso la tecnica spray ad elevato volume d’aria e bassa pressione, nota come HVLP. Una soluzione oggi brevettata che vanta un TRL 7-8. “Esiste una filiera industriale ben consolidata che la implementa – aggiunge la scienziata – […] e il processo nella sua interezza è facilmente fruibile dalle aziende interessate”. La soluzione può rivelarsi utile per gli specchi degli impianti solari a concentrazione, anche come soluzione di riqualificazione per quelli già installati. Inoltre può aiutare anche al fotovoltaico e a quei settori dove è richiesta una modulazione della bagnabilità abbinata a trasparenza e resistenza alle intemperie.

Exit mobile version