Sono rimasti solo tre dei diciannove azionisti che nel 2009 avevano dato vita alla Desertec Industrial Initiative (Dii)
Dopo il clamoroso abbandono di due colossi come Siemens e Bosch e della stessa Fondazione Desertec infatti, ad annunciare l’uscita dal progetto sono stati nei mesi scorsi anche Eon, Bilfinger e la HSH Nordbank a cui è seguito anche l’annuncio d’addio da parte del CEO del consorzio, Paul van Son. Ed è stato proprio van Son, a margine di un incontro a Roma tra i soci rimasti, a spiegare ai giornalisti cosa stia realmente accedendo a Desertec: “I costi sono molto elevati e alcune aziende hanno detto di non essere interessate al Medio Oriente e al Nord Africa”. Il budget stimato per la faraonica impresa è infatti di 400 miliardi di euro che complice la crisi politica che ha investito gli Stati del Nord Africa, hanno imposto una repentina marcia indietro anche ai partner più convinti.
I “superstiti” assicurano di voler continuare a portare avanti il progetto anche se in un formato “adattato”, magari nelle vesti, si mormora, di una società di servizi.