Il progetto europeo REslag sta studiando quattro applicazioni industriali eco-innovative per valorizzare le scorie derivanti dalla produzione d’acciaio
L’accumulo dell’energia termica offre una seconda vita ai rifiuti siderurgici
(Rinnovabili.it) – Utilizzare i rifiuti siderurgici per migliorare lo stoccaggio degli impianti solari termodinamici. È una delle strade percorse da REslag, progetto europeo di ricerca a cui partecipa anche l’italiana ENEA. L’iniziativa, finanziata attraverso il programma Horizon 2020, ha un obiettivo preciso: riuscire a fornire un nuovo valore a quella porzione di rifiuti siderurgici, particolarmente problematici sottili profilo ambientale, che ancora non riesce a entrare nell’economia circolare.
Solo in Europa la produzione d’acciaio crea ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di scorie. La maggior parte viene riciclata dall’industria delle costruzioni, ma un buon 25 per cento rimane stoccato negli impianti produttivi o destinato alla discarica. Per aiutare il settore a raggiungere il target “zero rifiuti”, migliorando al contempo l’uso delle risorse, i partner di REslag stanno studiano quattro innovative applicazioni industriali per le scorie siderurgiche, ognuna delle quali sarà dimostrata a livello pilota.
>>Leggi anche Solare termodinamico economico, un obiettivo a portata di mano<<
E una di queste prevede il matrimonio con gli impianti di solare termodinamico, centrali che catturano e accumulano il calore del sole per produrre elettricità 24 ore su 24. La struttura pilota è stata realizzata nella centrale a concentrazione del Centro di ricerca Casaccia dell’ENEA. “Per questo progetto – spiega Luca Turchetti, ricercatore della Divisione Solare Termico, Termodinamico e Smart Network di ENEA – abbiamo sostituito una parte dei sali fusi, utilizzati dall’impianto solare a concentrazione per accumulare energia termica ad alta temperatura (fino a 550 ºC), con scarti d’altoforno opportunamente riprocessati“.
La soluzione non offre un vantaggio solo sul fronte della gestione dei rifiuti siderurgici. Grazie all’impiego delle scorie dell’acciaio è possibile, infatti, ridurre i costi associati al solare a concentrazione e di conseguenza ottenere anche una riduzione del prezzo finale dell’elettricità. “Abbiamo messo a punto un sistema a basso costo per l’accumulo termico – aggiunge Turchetti – che potrebbe aprire la strada alla diffusione del solare a concentrazione, una tecnologia ‘100 per cento verde’ in grado di disaccoppiare la fase di produzione di energia termica da quella di conversione in elettricità e, quindi, di produrre corrente elettrica in base alle richieste della rete anche in assenza della radiazione solare”.
Contemporaneamente REslag sta testando altri tre progetti pilota su larga scala per il riuso dei rifiuti sideriurgici. Questi prevedono il riciclo delle scorie lavorate come materia prima seconda per l’industria della ceramica refrattaria, un trattamento multistep per per estrarre metalli ad alto valore aggiunto , infine, il loro utilizzo come materiale di accumulo in impianti di recupero del colore di scarto.
Tutte queste misure, sommate insieme dovrebbero tradursi, in termini ambientali, in una riduzione di materia prima utilizzata (20%), di energia consumata (fino al 20%) e di CO2 emessa (fino a 70 kg per tonnellata di acciaio prodotto). Una volta concluse tutte le sperimentazioni, spiega l’Enea, il prossimo passo sarà quello di trasferire l’innovazione all’industria.
>>Leggi anche Austria come la Svezia: verso un’industria siderurgica a idrogeno<<