Rinnovabili • raffineria solare Rinnovabili • raffineria solare

Una raffineria solare per la miniera californiana di Rio Tinto

La società mineraria firmato un accordo di collaborazione Heliogen per impiegare l'energia del solare concentrazione nell'alimentazione dei processi industriali del sito

raffineria solare
Credits: Heliogen

L’energia del sole tende una mano all’industria estrattiva

(Rinnovabili.it) – Anche le attività minerarie possono alleggerire la propria impronta ambientale. Lo dimostra il progetto di raffineria solare avviato da Rio Tinto, la terza più grande società mineraria al mondo che, fra alti e bassi, sta tentando di portare avanti una nuova politica sostenibile. La multinazionale anglo-australiano ha interrotto nel 2018 ogni attività nel settore del carbone, abbandonando l’estrazione dei combustibili fossili. E implementando un programma di riduzione delle emissioni.

In questo contesto si inserisce il nuovo accordo firmato con Heliogen, giovane società californiana che lavora sul solare termodinamico. L’intesa prevede l’implementazione della sua tecnologia a concentrazione per alimentare i processi industriali in uno dei giacimenti di Rio Tinto. Il sito in questione è una miniera nel sud della California e, da programma, dovrebbe inaugurare l’innovativa raffineria solare nel 2022.

Leggi anche Le potenzialità dei sistemi solari ibridi a concentrazione

Verso una nuova raffineria solare intelligente

Oggi dal giacimento il gruppo estrae e raffina i borati, trasformandoli in una serie di prodotti che vanno dai fertilizzanti ai materiali da costruzione. Produce anche carbonato di litio da un impianto dimostrativo. Tutta l’energia impiegata nel sito arriva da una centrale di cogenerazione a gas naturale e caldaie alimentate a metano.  

La nuova tecnologia in arrivo è una versione potenziata dall’intelligenza artificiale di un tradizionale impianto solare a concentrazione. L’opera è del tipo a torre: un ampio campo di specchi, dotati di tracciamento solare e guidati dall’AI, circonda l’alta struttura del collettore. Il sistema immagazzinerà l’energia catturata sotto forma di calore, con cui alimentare le operazioni minerarie, compresa l’estrazione del boro. E fornirà lo stesso flusso di energia ininterrotto offerto fino a oggi dai combustibili tradizionali. 

Nel 2019, il primo impianto dimostrativo di Heliogen aveva registrato temperature superiori a 1.000°C, con pochi eliostati. Oggi la società ora parla di temperature superiori a 1.800°C. Il calore potrebbe anche essere utilizzato nella produzione di idrogeno a basso costo. Secondo Bill Gross, a.d. e fondatore di Heliogen, un impianto di 600 m2 potrebbe produrre circa un milione di chilogrammi di idrogeno verde all’anno ad un costo di appena 1,80 dollari per chilogrammo.

Leggi anche Prometeo porterà l’idrogeno verde sotto i 2 euro al kg

Rio Tinto ci tiene a ricordare che la raffineria solare è solo un progetto pilota; tuttavia se si dimostrerà fattibile, la società intende valutarne ampliamento e la replica in altri siti minerari.