“Oggi dimostriamo con fatti concreti che noi non solo abbiamo ben compreso che il tempo delle scelte è arrivato, ma abbiamo altresì iniziato a mettere in pratica quelle che sono decisioni innovative, virtuose e di rottura”. Così il presidente Ugo Cappellacci ha annunciato la sperimentazione in Sardegna del primo progetto in Europa della tecnologia solare-termodinamico per la produzione e l’accumulo di energia, distribuita su scala regionale. Il progetto prevede la realizzazione di interventi pilota per la sperimentazione di nuovi modelli energetici. “Sono scelte – ha aggiunto il governatore- che abbiamo fatto con coraggio, opponendoci a chi avrebbe voluto ridurre la nostra isola a sede di centrali nucleari, e soprattutto con il conforto del voto dei Sardi che hanno confermato il loro orientamento in materia con ben due referendum. La vera Autonomia è quella che si traduce in azione politica quotidiana e che opera anzitutto in una non-dipendenza dagli altri”.
“La Giunta regionale – ha spiegato l’assessore dell’industria, Alessandra Zedda – ha programmato, con apposita delibera, la realizzazione di una serie di impianti pilota basati su questa tecnologia. Il primo sarà realizzato a Ottana, terzo polo industriale della Sardegna, come primo intervento di infrastrutturazione energetica, destinato alle imprese di trasformazione e dell’indotto della Sardegna centrale; il secondo impianto in Ogliastra, mentre a metà ottobre scadrà il bando per un terzo progetto dedicato ai comuni sardi. Un quarto potrà sorgere a Villacidro se vi saranno le risorse. L’avvio del progetto – ha aggiunto l’assessore – rappresenta un altro passo in avanti dell’esecutivo nel rispetto delle scelte di politica industriale regionale e della politica energetica nazionale, tracciata nel decreto Burden Sharing. Crediamo che le energie rinnovabili possano essere il futuro energetico dell’isola, e ribadiamo il loro valore nel piano energetico regionale, che sarà varato entro la fine dell’anno”.
L’impianto di Ottana sarà realizzato e gestito dall’Enas, l’ente che gestisce il sistema idrico multisettoriale regionale. Consiste in una struttura integrata con altre fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico a concentrazione) costituita da un impianto che accumula energia solare, attraverso un serbatoio d’olio e un sistema di batterie, con una potenza di circa 1 MW. L’obiettivo è l’autosufficienza energetica del sistema idrico e la riduzione delle bollette dell’acqua nel settore potabile irriguo e industriale. Il progetto, inoltre, contempla un’intensa attività di ricerca, finalizzata alla diffusione di tecnologie replicabili nel campo dell’energia alternative. Si prevede che l’impianto sarà operativo nel 2014, per una spesa complessiva di 10 miloni di euro. Tutti e tre gli impianti saranno gestiti dall’Assessorato dell’Industria responsabile della linea di intervento del POR Sardegna, il coordinamento scientifico è affidato a Sardegna Ricerche. L’investimento complessivo è di circa € 25.000.000/00. “Come partner scientifico – ha affermato il presidente di Sardegna Ricerche, Ketty Corona – crediamo nel valore innovativo del progetto e monitoriamo la sua sperimentazione. A tal fine stiamo predisponendo un software che metta in relazione tutti gli enti coinvolti, in modo da avere una visione unitaria dell’iniziativa”.