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Termodinamico: l’ispirazione viene dai girasoli

(Rinnovabili.it) – Meno terreno, più energia solare. Questa l’equazione ricercata da un gruppo di ricercatori del MIT che, in collaborazione con la RWTH Aachen University, in Germania, ha messo a punto un nuovo modello di organizzazione per gli impianti solari a concentrazione in grado di aumentare il potenziale produttivo riducendo l’impronta ambientale. In altre parole sono stati in grado di  realizzare un design che riduce la quantità di terreno necessaria per costruire un impianto CSP mentre aumenta la quantità di luce solare raccolta dagli specchi. I ricercatori hanno scoperto che, riordinando gli eliostati in uno schema a spirale simile alla disposizione dei semi sulla superficie del girasole con un angolo ‘aureo’ di circa 137 gradi – conosciuta come la spirale di Fermat – si potrebbe ridurre lo sfruttamento del suolo dl 20%, riducendo al minimo l’ombreggiamento solitamente causato dagli specchi istallati in posizione ravvicinata. “Gli impianti solari a concentrazione richiedo enormi aree”, spiega Alexander Mitsos, uno degli scienziati che ha lavorato al progetto. “Se abbiamo intenzione di raggiungere il 100 per cento o anche il 10 per cento di rinnovabili, avremo bisogno di vaste aree”. Il  modello studiato potrebbe generare la stessa energia annuale occupando molto meno suolo. Inoltre, aspetto altrettanto importante, è in grado di ridurre i costi. “Il campo di eliostati contribuisce attualmente a circa un terzo del costo diretto degli impianti a concentrazione. Dal momento che gli specchi rappresentano una spesa considerevole, è importante la distanza gli uni dagli altri e rispetto la torre. Se non si prendono precauzioni nella loro collocazione, possono subire gli effetti dell’ombreggiamento e ridurre in modo significativo la quantità di energia erogata”.

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