Secondo i ricercatori dell’IIASA, una grande rete distribuita di centrali CSP nel bacino del Mediterraneo o nelle zone desertiche potrebbe soddisfare l’80% della domanda elettrica mondiale
La simulazione condotta dai ricercatori, finalizzata a capire se il CSP fosse effettivamente in grado di fornire energia elettrica in modo affidabile, ha previsto la messa a punto di un network di 10 impianti CSP, ognuno con una potenza massima combinata di 1.000 MW, dimensionati e ubicati ad hoc e dotati anche di dispositivi per l’accumulo termico; il team ne ha analizzato il funzionamento scoprendo che la rete, così strutturata, era in grado di fornire 800-1.000 MW in qualsiasi condizione atmosferica (giorno, notte, estate, inverno, etc…). Secondo lo studio, anche eventuali sfavorevoli condizioni atmosferiche, come l’assenza prolungata di sole per esempio, potrebbero essere ovviate con l’aggiunta di ulteriori specchi che possano aiutare il sistema a supportare le esigenze energetiche su larga scala, inviando energia dove è necessario.
Ottimismo anche per quanto riguarda i costi del chilowattora termodinamico, che secondo il team potrebbero calare notevolmente nei prossimi anni: sebbene i costi del CSP siano attualmente superiori a quelli del gas (circa 10 centesimi per il kWh termodinamico rispetto ai 5 per quello a gas), secondo quanto stimato da Patt, nei prossimi 10-15 anni la situazione potrebbe invertirsi.