Il progetto ‘Mats’ prevede di realizzare, nell’arco di 42 mesi, un impianto che sarà in grado di co-generare 1 MW di energia elettrica e 4 MW di energia termica
Nell’arco di 42 mesi circa, l’Egitto sarà in grado di produrre corrente, calore e raffreddamento, grazie al suo primo impianto solare termodinamico in grado di co-generare 1 MW di energia elettrica e 4 MW di energia termica per alimentare le apparecchiature di climatizzazione degli edifici e un dissalatore di acqua marina da 250 metri cubi al giorno. E’ stato questo, in sintesi, il resoconto del convegno di oggi sul progetto MATS – Multipurpose Applications by Thermodynamic Solar – avviato dall’Enea lo scorso 19 Luglio e presentato questa mattina a Roma presso la sede centrale dell’Agenzia.
Il progetto in particolare, dal valore complessivo di circa 22 milioni di euro, (di cui 12,5 mln stanziati dalla Commissione europea nell’ambito del 7° Programma Quadro), intende realizzare il nuovo impianto termodinamico all’interno del campus universitario di Borg-el-Arab, vicino Alessandria d’Egitto, ed avrà la capacità di soddisfare il fabbisogno energetico domestico e industriale della zona grazie all’utilizzo dell’energia solare integrata con altre fonti localmente disponibili, (come la biomassa, biogas, combustibile da rifiuto, etc..). Lo sviluppo di questo programma inoltre, prevede l’avvio di 3 distinte fasi: nella prima, attraverso un sistema di sperimentazione e modellazione numerica verrà sviluppato ogni singolo componente del futuro impianto; nella seconda parte invece, si procederà alla costruzione vera e propria della centrale mentre, durante l’ultimo stadio del progetto, verranno effettuati i test sperimentali di funzionamento della nuova struttura.
Secondo l’Ing. Fabrizio Fabrizi, Responsabile del progetto MATS dell’Enea: “La tecnologia del solare termodinamico si presta particolarmente per essere applicata alla produzione energetica distribuita a costi competitivi nei paesi del Mediterraneo.”
“Sull’onda del progetto MATS inoltre – prosegue Fabrizi – stiamo attualmente ideando, su grande scala, delle applicazioni tecnologiche ‘a serbatoio unico integrato con generatore di vapore‘, da installare su impianti solari di grossa taglia. Da poco infatti, l’Enea ha vinto un progetto europeo, tuttora in fase di completamento, attraverso cui potrà realizzare questi serbatoi, da installare direttamente in una centrale spagnola già in funzione, grazie anche alla collaborazione di alcune industrie italiane e spagnole e dei più grandi centri di ricerca europei, tutti interessati a sviluppare nei propri paesi questa tecnologia dai costi competitivi.”
La tecnologia di riferimento sviluppata dall’ENEA, utilizzata in precedenza nell’impianto Archimede dell’Enel a Priolo Gargallo (SR), prevede l’utilizzo di sali fusi a una temperatura massima di 550°C e di un sistema di accumulo termico che permette di distribuire energia anche in assenza di fonte solare. Inoltre, l’integrazione dell’impianto solare con dei generatori alimentati a combustibili alternativi (preferenzialmente biomasse) rende l’intero sistema estremamente flessibile, garantendo quindi una maggiore continuità nella produzione di energia.