(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico si evolve ed acquisisce le competenze della tecnologia termodinamica. Come è possibile? Con il lavoro dell’ingegnere elettronico Minjoo Larry Lee della Yale Univerity che sta progettando delle celle solari in grado, non solo di operare efficientemente a temperature superiori a 750 gradi Fahrenheit (circa 398 °C), ma anche di impiegare l’energia solare che non viene convertita in elettricità per riscaldare fluidi termodinamici. Il progetto di ricerca, che è stato finanziato dall’Advanced Research Projects del DOE statunitense con 2,54 milioni dollari, si focalizzerà sulla tecnologia del solare termodinamico in combinazione con le celle a doppia giunzione.
“Il nostro lavoro – spiega Lee – mira a rendere un dispositivo fotovoltaico in grado di funzionare a temperature bollenti come l’interno di un forno di mattoni. Si tratta di una ricerca dai risultati imprevedibili, dal momento che normalmente le celle solari non sono in grado di funzionare a temperature troppo elevate, e devono pertanto essere trasformate affinché siano affidabili ed efficienti anche a 750 gradi per un lungo periodo di tempo. I potenziali profitti sarebbero enormi”. A differenza del fotovoltaico tradizionale, che mantiene le sue prestazioni disperdendo il calore lontano dal pannello, le celle solari di Lee saranno invece realizzate con materiali in grado di operare in modo efficiente ad alte temperature e saranno integrate con collettori termici al fine di assorbe la parte non utilizzata dello spettro di luce e convertirla in calore riutilizzabile. “L’attuale alto costo di immagazzinare l’energia solare nelle batterie, combinata con la variazione naturale della luce solare disponibile, potrebbe indebolire la crescita del mercato fotovoltaico”, afferma Lee. “Il nostro progetto affronta entrambe queste sfide prendendo i migliori elementi dei pannelli fotovoltaici e combinandoli con i migliori elementi del solare termodinamico”.