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ANEST: lo Spalma Incentivi mette in allarme investitori esteri

Angelantoni: “Entro fine anno si avvieranno i cantieri per i primi impianti di solare termodinamico in Italia”. Ma i partner stranieri temono nuovi interventi retroattivi

ANEST: lo Spalma Incentivi mette in allarme investitori esteri

 

(Rinnovabili.it) – L’accesa discussione nata dall’approvazione Decreto Legge 24 giugno 2014 numero 91 e del provvedimento “spalma incentivi” inseritovi all’interno ha contagiato anche il settore del termodinamico. Nonostante la misura incida solamente sugli impianti fotovoltaici, questo improvviso cambio di regole dagli effetti retroattivi sta preoccupando quanti guardavano all’Italia per possibili investimenti nelle rinnovabili e come spiega ANEST, nel nascente mercato del solare termodinamico. Il comparto, afferma Gianluigi Angelantoni, Presidente di ANEST – “è ai nastri di partenza. Siamo convinti infatti che entro fine anno si avvieranno i cantieri per i primi impianti di solare termodinamico in Italia. Il Decreto “Spalma incentivi” sta però mettendo in allarme i nostri partner esteri, che ritengono pericoloso un intervento che cambia le regole del gioco a gioco iniziato”.

 

Le nuove misure governative pesando dunque sugli investitori esteri che potrebbero decidere pertanto di non avere abbastanza garanzie. Come sottolinea l’associazione, nei prossimi anni sono infatti previsti sul territorio italiano investimenti in impianti solari termodinamici per un valore di non meno di 1,5 miliardi di euro, di cui buona parte frutto di partnership fra aziende italiane e aziende straniere. presenza di investitori esteri in affiancamento alle aziende italiane, detentrici della tecnologia. Senza contare che dei circa 250-300 mln di euro di investimenti, oltre il 60% ricadrebbe in ambito locale e l’avvio dei progetti porterebbe degli introiti in grado di far ripartire la ricerca applicata sulla tecnologia. “Riteniamo che il Governo, i Ministeri competenti e il Parlamento – prosegue Angelantoni – debbano fare chiarezza a riguardo, perché non è possibile parlare di ripresa, di decreti per far ripartire le nuove infrastrutture, di voler attrarre capitali esteri, e poi produrre un Decreto come lo “Spalma incentivi” che di fatto spaventa gli investitori e rischia di far scappare dall’Italia anche coloro animati delle migliori intenzioni”.