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Su Radio Uno i sistemi ecologici per climatizzare casa

I sistemi ecologici per climatizzare casa su Radio Uno

I sistemi ecologici per climatizzare casa su Radio Uno

 

(Rinnovabili.it) – Geotermia e pompe di calore, pannelli radianti e solar cooling. Innovazione chiama efficienza. E l’efficienza significa più risparmio e meno inquinamento. È la realtà dei metodi alternativi di riscaldamento e raffrescamento delle nostre case come descritto dalla voce di Massimo Cerofolini durante la trasmissione “Eta Beta”, in onda ieri mattina su Radio Rai Uno. Ospite della puntata, il direttore di Rinnovabili.it, Mauro Spagnolo, che ha presentato l’ampio ventaglio di nuovi sistemi ecologici per climatizzare casa.

 

Spesso la soluzione ottimale è, letteralmente, sotto i nostri occhi. È il caso della geotermia che sfrutta il principio dell’inerzia termica della terra. “A tre, quattro metri di profondità il terreno ha una temperatura costante tutto l’anno – ha spiegato Mauro Spagnolo – Quindi lo si può usare come scambiatore di calore, come il radiatore dell’automobile, per riscaldare o raffrescare un liquido che poi porta caldo o freddo all’interno delle nostre case”.

Anche il pavimento può diventare un radiatore e sfruttare energia rinnovabile per climatizzare casa durante la stagione invernale. Una soluzione che si rivela subito conveniente rispetto agli impianti di riscaldamento tradizionali sono i pannelli radianti. “A parità di condizioni termiche, possono abbassare molto il fabbisogno della temperatura dell’acqua: per fare un esempio, da 70 a 45 gradi”, ha spiegato Spagnolo. E c’è un secondo importante vantaggio da tenere presente. In questo modo si apre al sole come fonte di energia per scaldare gli ambienti, tramite i pannelli del solare termico.

Gli stessi pannelli possono essere impiegati anche per climatizzare casa, anche se può sembrare un paradosso usare il sole per raffrescare gli ambienti. È il solar cooling, che sfrutta pannelli solari termici ad alta prestazione (in grado cioè di portare l’acqua a temperature di 70-80 gradi), dove il liquido viene immesso in una macchina frigorifera ad assorbimento e da lì esce acqua o aria raffrescata.

 

Di mezzo non c’è soltanto il portafoglio, ovviamente. Se in questo periodo si registra un boom di questi impianti e si inseguono le nuove tecnologie, è anche perché ci sono benefici per l’ambiente. “Bisogna ricordare che i sistemi di riscaldamento domestico sono i principali responsabili dell’inquinamento urbano, più delle automobili”, ha aggiunto Spagnolo. Boom stimolato anche dalla recente conferma dei finanziamenti sul Conto termico disposti dal governo (che arriva a finanziare dal 40 al 60% degli impianti), in parallelo agli eco bonus che già coprono fino al 65% di impianti e sistemi di contenimento energetico degli edifici. “Ci sono ottimi motivi, anche economici, perché gli italiani facciano queste scelte”, ha commentato Spagnolo.

Innovazione, risparmio e efficienza ogni tanto sembrano entrare in corto circuito. È il caso delle biomasse, una delle 5 fonti rinnovabili, che spesso riceve critiche perché nel processo di combustione produce piccole quantità di inquinanti. “Ci sono pro e contro – ha continuato Spagnolo – Si tratta del sistema più economico se guardiamo al rapporto euro/kWh e la fonte è disponibile in filiera a km zero. Per quanto riguarda l’inquinamento, gli impianti più moderni hanno ridotto drasticamente le emissioni”.

 

In alcuni ambiti l’innovazione galoppa. Come per le pompe di calore. Se associate a microeolico o fotovoltaico domestico, si ottiene un sistema intelligente e di bassissimo profilo ambientale, perché sono macchine ad altissima efficienza e poco energivore. Discorso simile vale per la tecnologia a condensazione nelle caldaie a gas, che permette un’efficienza che può raggiungere anche il 90% e oltre, recuperando il calore invece di dissiparlo. “Una famiglia media di 4 persone che vive a Milano – porta come esempio Spagnolo –  risparmia 122 euro l’anno con una caldaia a condensazione. Se associata a pannelli radianti, il risparmio sale a 260 euro l’anno”.

Riascolta la puntata di Eta Beta cliccando QUI.

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