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Una seconda pelle di solare termico per gli edifici di domani

Attraverso il progetto Arkol, i ricercatori del Fraunhofer ISE stanno sviluppando collettori solari termici da integrare direttamente nelle facciate degli edifici

Una seconda pelle di solare termico per gli edifici di domani

 

 

(Rinnovabili.it) – Quando si sente parlare di solare integrato in edilizia, il pensiero va quasi automaticamente ai moduli fotovoltaici. A meno che non vi troviate al Fraunhofer ISE, il celebre istituto di ricerca tedesco. Qui infatti un gruppo di scienziati sta lavorando ad Arkol, progetto per sviluppare collettori solari per le facciate dei palazzi. Una seconda pelle di solare termico che abbandonerebbe così la tradizionale istallazione sul tetto per regalare maggior libertà alla progettazione architettonica.

 

I partner del progetto – che ha preso formalmente il via all’inizio del 2016 – stanno sviluppando due soluzioni differenti: un collettore a striscia per le sezioni opache e una speciale persiana per le sezioni trasparenti. Entrambi gli sviluppi utilizzano dei collettori solari con una connessione termia a secco al condotto di raccolta, permettendo così un design flessibile che non potrebbero altrimenti avere. Il risultato? Possono essere inseriti facilmente, secondo gli scienziati, negli elementi costruttivi standard.

 

Una striscia solare

Il pannello solare a striscia, commenta entusiasta l’ingegnere Christoph Maurer, a capo del gruppo Solar Thermal Facades “combina un elevato livello di efficienza con un’ampia possibilità di progettazione architettonica. design diversità architettonica”. Il particolare design permette di utilizzare materiali classici come il legno o il gesso, nella zona compresa tra le bande solari. La struttura modulare del collettore e la connessione a “secco” dell’heat pipe al condotto di raccolta permettono di superare i tradizionali problemi idraulici rendendo più semplice non solo l’istallazione ma anche la manutenzione.

 

L’evoluzione delle veneziane

Il secondo concept, la “tapparella solare” consentirebbe invece una regolazione energeticamente ottimale dell’energia che attraversa le facciate vetrate. Per ottenere questo effetto, le lamelle possono dotate di un rivestimento selettivo spettrale. Il calore viene trasportato attraverso il tubo interno alla stecca al condotto di raccolta laterale. “Queste tende raggiungono temperature elevate, che aumentano la necessità di raffreddamento dell’edificio. Le tende solari termiche possono muoversi liberamente come normali persiane, ma allo stesso tempo, fornire calore e ridurre la quantità di energia che entra all’interno dell’edificio”, aggiunge Maurer. Entrambi i dispositivi sono stati presentati in anteprima alla fiera BAU a fine gennaio 2017 a Monaco di Baviera, ma per vedere il primo edificio  con solare termico integrato nelle facciate bisognerà aspettare il 2019.