(Rinnovabili.it) – Oggi ci si affida ai data center per quasi tutto quello che avviene online, ma un domani potrebbero anche aiutarci a riscaldare casa a costo zero. L’idea di riutilizzare gli scarti di calore sta, seppur lentamente divenendo quasi un obbligo progettuale per i grandi centri elaborazione dati. Tutti questi server producono enormi quantità di calore, e il loro raffreddamento richiede enormi quantità di energia. Ma mentre le grandi aziende come Google, Facebook e Microsoft stanno sperimentando differenti modalità per rendere il processo di raffreddamento più ecologico, una startup olandese, Nerdalize, ha studiato una soluzione innovativa che destruttura letteralmente il concetto di data center.
L’idea che è dietro a eRadiator, questo il nome del progetto, è quella di reimpiegare il calore in eccesso per riscaldare casa a costo zero. Come? Distribuendo i singoli server in abitazioni e condomini affinché posso essere usati quasi al pari delle stufe. Grazie alla collaborazione con uno dei maggiori fornitori energetici dei Paesi Bassi Eneco, Nerdalize ha iniziato questo mese la sperimentazione dei “server radiatori” nei salotti di cinque famiglie olandesi.
“Vedetela in questo modo – ogni chilowattora è utilizzato due volte: una volta per fare calcoli, e una volta per riscaldare casa di qualcuno”, spiega Boaz Leupe, uno dei fondatori di Nerdalize.
Leupe ha avuto l’idea in maniera decisamente fortuita, dopo la rottura di un termostato nella sua abitazione. Mentre si stava scaldando le mani sopra la ventola del suo computer portatile, ha scherzato con degli amici sulla possibilità di riempire la casa di laptop per riscaldarla. E l’intuizione si è trasformata in un progetto.
eRadiator ha la stessa potenza di una piccola stufa elettrica, e quando arriva la stagione calda, spiegano i progettisti, il calore generato viene indirizzato da una conduttura all’esterno. In questo modo Nerdalize può permettersi di vendere un servizio di cloud molto più economico rispetto ai prezzi presenti sul mercato, grazie al sovraccarico ridotto, e di rimborsare alle famiglie il costo dell’elettricità usata dal server.