Il passaggio dalle caldaie a gas a soluzioni come pompe di calore e pannelli solari termici è ancora fuori portata per molte famiglie europee. Per facilitare la transizione servono 70 miliardi di euro
Volontà politica e sussidi per promuovere il riscaldamento rinnovabile
(Rinnovabili.it) – La risposta all’aumento dei prezzi del gas risiede nel “riscaldamento rinnovabile“. Ne è fermamente convinta Coolproducts, coalizione di ONG che lavorano per garantire che ecodesign ed etichettatura energetica funzionino davvero per gli europei e per l’ambiente. Il gruppo ha pubblicato un nuovo studio (testo in inglese) in cui analizza quanto verde sia l’attuale tecnologia di riscaldamento nei Paesi UE; e come rendere accessibili a tutti soluzioni quali le pompe di calore e i pannelli solari termici.
Il documento parte da un dato preciso. Oggi solo il 17,3% degli apparecchi di riscaldamento installati nelle case europee è alimentato da energia elettrica o utilizza tecnologie pulite. Il gas rimane una delle fonti dominanti in questo settore ma non si tratta della scelta migliore né sotto il profilo climatico né sotto quello dell’efficienza. Le pompe di calore, ad esempio, sono fino a tre volte più efficienti delle caldaie a gas. Tuttavia per il riscaldamento rinnovabile, così come lo etichetta Coolproducts, il problema principale rimangono i costi iniziali.
“Dopo alcuni anni, la spesa può essere compensata dai risparmi sulle bollette energetiche, ma all’inizio sono necessari investimenti significativi”. Con gli incentivi e gli attuali prezzi, una famiglia di quattro membri a reddito medio che voglia sostituire una caldaia a gas con una pompa di calore, potrà contare su un tempo di ammortamento ragionevole (8 anni o meno) solo in Italia, Portogallo, Spagna, Finlandia, Cipro, Malta, Austria e Francia. “In poche parole, 19 dei 27 paesi dell’UE o non stanziano sussidi sufficienti alle famiglie per superare il prezzo iniziale delle soluzioni di riscaldamento rinnovabili o hanno regimi fiscali sproporzionati sull’elettricità”.
Come rendere “allettante” il riscaldamento pulito
Secondo gli autori dello studio, servirebbero circa 70 miliardi di euro per rendere alla portata di tutti gli europei la sostituzione di impianti a gas con tecnologie di riscaldamento rinnovabile. Cifra che scenderebbe a 20 miliardi di euro con una tassa sulla CO2 di 100 euro. Le pompe di calore geotermiche rappresentano la soluzione meno emissiva in tutti gli Stati membri rispetto agli attuali mix elettrici. Quelle aria-acqua invece hanno emissioni inferiori rispetto alle caldaie a gas in tutti gli Stati membri ad eccezione di Polonia ed Estonia, a causa dell’elevata quota di carbone nei settori energetici di questi due Stati.
Leggi anche Dall’ENEA 10 consigli per risparmiare sui riscaldamenti domestici
“Le famiglie in Europa non sono tutte uguali, almeno quando si tratta di liberarsi del gas”, spiega Davide Sabbadin, Policy Officer presso l’European Environmental Bureau (EEB). “Gli Stati membri e le istituzioni dell’UE devono rafforzare i loro fondi dedicati per superare i costi iniziali e stabilire un quadro normativo che faciliti le energie rinnovabili nel mercato del riscaldamento, perché il prezzo del carbonio da solo non può fare il lavoro. Queste politiche non solo possono ridurre in modo massiccio le emissioni, ma possono anche porre fine alla nostra dipendenza dal gas e proteggere i cittadini dai suoi prezzi volatili”.