Grazie al contributo della biomassa e delle pompe di calore, la quota di energie rinnovabili impiegate per alimentare gli impianti di riscaldamento continuano ad aumentare. Ma il trend è ancora troppo lento
Riscaldamento e raffrescamento con le rinnovabili, l’Italia è inchiodata al 19% dal 2015
(Rinnovabili.it) – Quale porzione dell’energia usata per scaldare le case europee arriva dalle fonti rinnovabili? E quale Stato membro è il più bravo ad impiegare le green energy per alimentare sistemi di riscaldamento o raffrescamento? A rispondere è oggi Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE pubblicando i dati su solare termico, geotermia, calore ambientale catturato dalle pompe di calore e biomasse, riferiti al 2021. Un anno, quest’ultimo, di per sé abbastanza particolare, i cui numeri risultano più utili a valutare il trend nel complesso, che le performance puntali. Il 2021, infatti, si colloca esattamente tra due grandi macro fenomeni che hanno inciso sulla domanda: i lockdown del 2020 in risposta al Covid-19 e il caro bollette e alla crisi energetica del 2022 legati alla guerra russa in Ucraina. Tra due periodi di flessioni dei consumi si trova il 2021, caratterizzato invece da una ripresa economica e da un amento della domanda di tutti le fonti energetiche.
In altre parole, sebbene la produzione di riscaldamento e raffrescamento con le rinnovabili sia aumentata (in alcuni paesi anche in maniera sensibile), la quota nel mix generale ha subito un calo. I consumi finali lordi delle energie rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento sono diminuiti di 0,1 punti percentuali (pp), passando dal 23,0% del 2020 al 22,9% nel 2021 a livello di media UE.
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La classifica degli Stati membri
Nelle medie nazionali tuttavia esiste una grande discrepanza. Tra gli Stati membri dell’UE, la Svezia si è distinta con oltre due terzi (68,6%) dell’energia utilizzata per il riscaldamento e il raffrescamento derivante da fonti rinnovabili, principalmente biomasse e pompe di calore. Riuscendo addirittura ad aumentare di 2 pp da un anno all’altro. Seguono Estonia (61,3%), Lettonia (57,4%) e Finlandia (52,6%), tutte grandi utilizzatrici di biomasse.
Dall’altra parte della classifica appaiono, invece, Irlanda (5,2%), Paesi Bassi (7,7%) e Belgio (9,2%). In Italia la quota di riscaldamento e raffrescamento con le rinnovabili segnava un 19,7% nel 2021, 0,2 pp in meno del 2020 e 3,2 pp sotto la media UE. Ma le tabelle di Eurostat ci mostrano anche come, al di là delle congiunture, il Belpaese abbia ormai da tempo azionato il freno in questo settore. Dopo una rapida crescita iniziale dal 2004 al 2009 in cui la quota di FER nei riscaldamenti è passata dal 5,7% a 16,4%, i progressi sono stati più lenti ed è ormai dal 2015 che non riesce a superare il 19% in maniera definitiva.