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IEA: produrre pompe di calore in Cina è più economico che nell’UE

Mentre le vendite di pompe di calore si dirigono verso un nuovo equilibrio a livello globale, gli analisti dell'Agenzia Internazionale dell'Energia mettono in luce una serie di fattori in grado di supportare gli investimenti nella produzione

IEA: produrre pompe di calore in Cina più economico che nell'UE
Immagine via Depositphotos

È ancora presto per sapere come sia andato il mercato 2024 delle pompe di calore (PdC). Tuttavia i dati parziali resi disponibili forniscono già diverse informazioni interessanti su cui ragionare. A cominciare dai numeri dei costi per produrre le pompe di calore e gli elementi in grado di determinare una maggiore e minore competitività per l’industria.

A raccogliere tutte le informazioni insieme è l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che in un Commentary del 7 febbraio prova a dare uno sguardo ai trend di settore. 

Il 2024 delle pompe di calore

Come già riportato da Rinnovabili, la domanda globale di PdC si è indebolita all’inizio dello scorso anno. Solo nell’Unione Europea – il terzo mercato più grande per questa tecnologia – si è registrato un tonfo del 47% nelle vendite nei primi sei mesi dell’anno. Il motivo? Principalmente il cambio delle politiche nazionali e dei programmi di sostegno ai consumatori, nonché il calo dei prezzi del gas a cui non è corrisposto un altrettanta veloce diminuzione dei prezzi elettrici.

Per motivi diversi anche negli Stati Uniti, il secondo mercato per ampiezza, le installazioni si sono contratte (sebbene di appena l’1%). Al contrario la domanda è cresciuta (+13%) in Cina, paese che oggi consolida ulteriormente la propria posizione da leader.

Ma qualcosa potrebbe già essere cambiato. Secondo gli analisti vi sono diversi indizi di un cambio di marcia, I numeri, ancora parziali e frammenti mostrano una leggera ripresa nella seconda metà del 2024, con vendite in aumento negli USA, in Germania e Giappone.

Produrre pompe di calore, dove è più economico?

La IEA sottolinea anche alcuni elementi su cui è necessario riflettere ai fini della ripresa del settore.

Attualmente le pompe di calore sono prodotte in gran parte nelle regioni in cui vengono installate, con una capacità manifatturiera meno concentrata geograficamente rispetto ad altre tecnologie della transizione, come ad esempio il fotovoltaico o le batterie. Nonostante ciò è ormai un dato di fatto che la maggior parte di questi apparecchi venduti a livello globale sono “Made in China”.

La Cina non solo detiene la quota maggiore di capacità produttiva per pompe di calore, ma anche per alcuni componenti delle stesse“, scrivono gli analisti IEA. “Nel 2023, la rappresentava il 95% dei compressori prodotti e il 50% dei compressori scambiati in tutto il mondo in termini monetari”. 

Questo fattore incide non poco sulla competitività industriale, come dimostra il costo di produzione livellato (LCOP). Di cosa si tratta? L’LCOP è il prezzo al quale il prodotto dovrebbe essere venduto in media per raggiungere un rendimento correlato al mercato per gli investitori. Espresso in termini di costo per unità di energia ($/kW), rappresenta la somma delle risorse impiegate nella produzione, tra cui terra, manodopera e capitale, insieme alle spese in denaro e non.

Quello che emerge chiaramente mettendo i diversi mercati a confronto è come produrre pompe di calore in Cina sia del 50% più economico che fabbricarle negli Stati Uniti. E del 40-60% più economico che nell’Unione Europea. 

Costo di produzione livellato per pompe di calore in paesi/regioni selezionati per tipo, 2023
Costo di produzione livellato per pompe di calore in paesi/regioni selezionati per tipologia (dati 2023 -Credits: IEA. Licenza: CC BY 4.0)

“Poiché le linee di assemblaggio delle pompe di calore sono relativamente semplici e non richiedono attrezzature avanzate, il costo del capitale per la costruzione di fabbriche (che rappresenta l’1-3% del LCOP), il costo operativo per mantenere le linee in funzione (10-25%) e il costo della manodopera (10-15%) non contribuiscono in modo significativo ai costi di produzione. Il principale fattore di costo per l’assemblaggio delle pompe di calore è l’approvvigionamento dei componenti (60-80%), pertanto le aziende che possono reperire i componenti internamente o sfruttare le economie di scala possono beneficiare di costi di produzione inferiori”, si legge nel Commentary.

Riscaldamento e aria condizionata

Esiste anche un altro fattore in grado di supportare gli investimenti nella produzione di pompe di calore: la sinergia con la produzione di condizionatori. Secondo gli analisti rispetto ai produttori focalizzati unicamente sulle apparecchiature di riscaldamento, i produttori di condizionatori d’aria godono di un vantaggio competitivo quando si espandono nel mercato delle PdC. Questo perché i processi di assemblaggio per diversi tipi di apparecchiature sono piuttosto simili e condividono componenti chiave come compressori o scambiatori di calore. 

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