I dati sulle pompe di calore 2022 e le previsioni a medio termine
(Rinnovabili.it) – Sono più efficienti e sostenibili delle tradizionali caldaie, ma soprattutto possono generare importanti risparmi in bolletta. Ai prezzi attuali dell’energia un sistema di riscaldamento e raffrescamento bastato su queste macchine termiche permetterebbe alle famiglie europee di ridurre la spesa energetica fin oltre gli 800 euro l’anno. Parliamo delle pompe di calore, protagoniste del nuovo rapporto speciale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, The Future of Heat Pumps.
Il documento offre la prima visione globale completa sulla materia. E spiega come il mercato delle pompe di calore 2022 stia vivendo un periodo di forte crescita. Il trend ha preso vita nel 2021 grazie al calo dei costi e agli incentivi forniti da molti governi. Ciò ha fatto sì che le vendite a livello mondiale aumentassero di quasi il 15%. Vale a dire il doppio della media dell’ultimo decennio. La tendenza è stata guidata dall’Unione Europea, dove il mercato ha registrato addirittura un più 35%. A conti fatti, lo scorso anno il 10% del fabbisogno termico degli edifici a livello globale è stato soddisfatto grazie a queste macchine. E in alcuni paesi, rappresentano già la principale fonte di riscaldamento. In Norvegia, il 60% degli immobili è dotato di pompe di calore, con Svezia e Finlandia che superano il 40%.
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Pompe di calore, quanto gas si risparmierebbe?
Oggi la crisi energetica globale, acuita dal conflitto russo, sta alimentando il comparto le cui vendite 2022 dovrebbero raggiungere nuovi livelli record, soprattutto in Austria, Italia, Paesi Bassi e Polonia. “Le pompe di calore sono una parte indispensabile di qualsiasi piano per ridurre le emissioni e l’uso di gas naturale e una priorità urgente nell’Unione europea oggi”, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA. “La tecnologia è provata e testata, anche nei climi più freddi. I responsabili politici dovrebbero sostenere questa tecnologia che sta assistendo a uno slancio senza precedenti in questo momento”.
Se tutti i governi rispettassero pienamente e puntualmente gli impegni annunciati in materia di energia e clima, questa tecnologia passerebbe dai 1.000 GW attivi nel 2021 a quasi 2.600 GW entro il 2030, aumentano la propria quota nel mix termico dell’edilizia dal 10% al 20%. Di conseguenza, la domanda di gas naturale diminuirebbe di 80 miliardi di metri cubi.
Focalizzandoci solo sull’Europa, in uno scenario coerente con le ambizioni climatiche dell’UE, le vendite di pompe di calore raggiungerebbero i 7 milioni di unità entro il 2030, rispetto ai 2 milioni del 2021. Questa implementazione dovrebbe ridurre il consumo di gas naturale di 7 miliardi di metri cubi nel 2025 e 21 miliardi di metri cubi entro il 2030.
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