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Momento di stasi per il mercato solare termico europeo

Continua a crescere la Germania, mentre l’Italia - secondo mercato europeo - registra un altro risultato negativo sul grafico dellla propria crescita a causa dell'incertezza normativa e di incentivi depotenziati

(Rinnovabili.it) – Dopo un 2009 e un 2010 in netto calo, il mercato del solare termico europeo sembra essersi preso un anno sabbatico. Lo rivela l’Europea Solar Thermal Industry Federation (ESTIF) nel nuovo rapporto di monitoraggio del comparto, riportando statistiche e trend di un settore oggi in stallo e quanto mai confuso. Se a livello comunitario il mercato 2011 è rimasto pressocchè vicino alla nuova capacità istallata nell’anno precedente (aggiunti soli 2,6 GWth), appiattendo la curva del grafico di crescita, a livello nazionale quello che ne viene fuori è un vero e proprio mosaico. Mentre la Germania continua ad essere forza trainante del settore con un +11% di aumento annuale, per la prima volta la Polonia è entrata a far parte del gruppo selezionato di mercati superiore a 140 MWth (200 000 m²) di nuova capacità installata. Al contrario diversi mercati, soprattutto nell’Europa meridionale, hanno attraversato un momento difficile; è il caso di Spagna, Portogallo e Italia, che nonostante rimanga il secondo Stato Ue per dimensioni assolute, ha registrato un decremento di crescita del 15%.

Per il Bel Paese gli ostacoli amministrati, la scarsa attrattività di un bonus 55% depotenziato e il ritardo nell’emanazione del Conto Energia Termica hanno determinato un blocco alla crescita impetuosa registrata invece tra il 2005 e il 2008. Ecco allora che l’Italia si deve accontentare, nonostante un’industria matura ed attenta ed un Piano d’Azione Nazionale che inquadra le rinnovabili termiche nella giusta direzione, di soli 290 MWth di nuva capacità istallata per un totale di 415mila m2.

Infine, secondo il rapporto, sia i sistemi di grandi dimensioni (superiori a 35 kWth) per le applicazioni di riscaldamento e raffreddamento commerciali e sistemi “maxi” (superiori a 350 kWth), utilizzati nel teleriscaldamento o nei processi industriale hanno registrato un andamento positivo. Tuttavia, questi dati positivi non sono in grado da soli di compensare il calo registrato in segmenti di mercato più tradizionali, come nel caso della produzione di acqua calda per le abitazioni unifamiliari.