Rinnovabili

Impianti a pompa di calore, come accelerarne la diffusione?

Impianti pompa di calore
Via depositphotos.com

La consultazione Ue rimarrà aperta fino al 30 agosto

(Rinnovabili.it) – L’esecutivo Ue sta preparando la nuova comunicazione strategica per accelerare la diffusione in Europa degli impianti a pompa di calore. L’iniziativa, caratterizzata da un approccio integrato in tutti i settori d’intervento, dovrebbe fornire una serie di misure specifiche per far fronte ai principali ostacoli del comparto, rafforzandone l’attrattiva. Un approccio, nelle intenzioni delle Commissione, a 360 gradi che affronti sia gli strumenti normativi che gli aspetti relativi al finanziamento, alla comunicazione e all’uso delle competenze.

Leggi anche Efficienza energetica 2023, AIE: investimenti record ma al 2030 devono triplicare

Piano d’azione pompe di calore, cosa prevede?

Il futuro piano d’azione dovrebbe concentrarsi su quattro aspetti chiave ritenuti fondamentali per far crescere il settore:

Nel processo di definizione del Piano, la Commissione europea è bene attenta a i pareri di cittadini e portatori di interesse. Ecco perché in questi giorni ha lanciato una seconda consultazione pubblica online (in tutte le lingue ufficiali dell’UE) che durerà 12 settimane fino al 30 agosto 2023. I riscontri inviati saranno presi in considerazione nella fase di ulteriore sviluppo e perfezionamento dell’iniziativa. E confluiranno in una relazione di sintesi che illustrerà come se ne è tenuto conto.

I benefici degli impianti pompe di calore

L’esecutivo europeo è convinto che l’uso di impianti a pompe di calore negli edifici, nell’industria e nelle reti termiche locali sia fondamentale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e conseguire gli obiettivi del Green Deal e di REPowerEU. Ma esistono anche benefici collaterali, come spiega l’European Heat Pump Association (EPHA), da quelli prettamente sanitari a quelli occupazionali.

Un recente studio dell’associazione mostra che se l’Europa riuscirà a raggiungere l’obiettivo di 60 milioni di nuove pompe di calore installate entro il 2030, la domanda di gas da parte degli edifici diminuirà del 40%. Con un effetto diretto sulle importazioni di meno 60 miliardi di euro. Mentre per le bollette domestiche si registrerebbe un calo del 20% nella spesa per il riscaldamento.

leggi anche Fotovoltaico con pompe di calore per tagliare dell’84% la bolletta

Oggi nell’Unione europea, denuncia l’EPHA, viene installata una nuova caldaia a combustibile fossile ogni otto secondi. Un tasso di crescita vertiginoso, facilitato dal minor costo di questi sistemi. Ma se è vero che le pompe di calore richiedono una spesa iniziale maggiore, lo è anche la loro capacità di essere più convenienti considerando l’intera vita utile.

La modellazione di Cambridge Econometrics, effettuata per conto della European Climate Foundation e della EHPA, ha rivelato che raggiungere il target UE per il comparto permetterebbe di: far crescere del 2,5% del prodotto interno lordo annuo (rispetto a uno scenario normale); creare 3 milioni di nuovi posti di lavoro netti; ridurre le emissioni di CO2 degli edifici residenziali del 46% (rispetto al 2022); tagliare di quasi il 40% gli ossidi di azoto emessi dal riscaldamento domestico entro il 2030 (rispetto al 2022). 

Exit mobile version