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Energia al 2050, la Roadmap della discordia

(Rinnovabili.it) – L’Energy Roadmap 2050 ha creato i primi malcontenti. Undici associazioni industriali europee legate al settore dell’energia termica hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per chiedere una politica europea più ambiziosa sui sistemi di riscaldamento e raffreddamento, capitolo ritenuto decisamente sottovalutato nella tabella di marcia di Bruxelles. “La spesa per riscaldamento e raffreddamento rappresenta il 43%, la maggior parte, del consumo finale di energia in Europa. Nonostante le sue vaste dimensioni e le tecnologie a basse emissioni che già oggi offre, questo settore è stato ampiamente trascurato in tutti gli scenari presentati nella Roadmap”, scrivono le associazioni in una lettera. “Come risultato, la tabella non offre una visione coerente e futuribile. Oltre a raggiungere la neutralità carbonica, si deve considerare che la futura strategia debba essere accessibile a tutti i cittadini producendo effetti positivi sul welfare locale, compresa la creazione di posti di lavoro”.

Pertanto, per rispondere più efficacemente all’obiettivo dell’UE di realizzare un sistema energetico a zero emissioni entro il 2050, i firmatari – tra cui rientrano anche ESTIF e AEBIOM – richiedono un’analisi più approfondita del contributo offerto da riscaldamento e raffreddamento. “Progettare il futuro del sistema energetico europeo richiede un approccio più olistico, che coinvolga tutte le forme di energia (calore, trasporti ed elettricità) riflettendo pienamente il grado di interdipendenza”. Per ottenere un efficace quadro di politica energetica dopo il 2020, l’Europa dovrebbe studiare e valutare i flussi intra ed inter-settoriali di energia termica, vale a dire, come riscaldare e raffreddare gli edifici, come il calore viene utilizzato nei processi industriali e in che modo l’energia termica è in grado di generare elettricità, e realizzare una procedura sistematica di raccolta di dati e informazioni sul settore a livello europeo. Le undici associazioni sollecitano inoltre le istituzioni europee e gli Stati membri ad adottare, e mettere rapidamente in azione, un’ambiziosa politica comunitaria in tema di climatizzazione, orientando misure politiche e finanziamenti verso soluzioni locali low carbon.

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