Arriva dai laboratori del MIT l’ultima novità per migliorare l’efficienza dei dispositivi termofotovoltaici
L’approccio imita l’effetto serra terrestre: la radiazione infrarossa può entrare nel circuito attraverso i fori sulla superficie, ma i raggi riflessi vengono bloccati quando cercano di scappare. Questo isolamento si ottiene attraversa una geometria precisa che consente solo i quei raggi, che cadono in un piccolo intervallo di angoli, di fuggire, mentre il resto rimanere all’interno del materiale. Il nuovo dispositivo è stato descritto in un articolo dal Laboratorio di Ricerca di Elettronica ricercatore Peter Bermel e altri ricercatori del MIT, e pubblicato sulla rivista Nanoscale Research Letters . “Concentrando i raggi solari con specchi parabolici o con un’ampia gamma di specchi piani, è possibile raggiungere temperature molto più elevate – ma a spese di un sistema molto più grande e più complesso. Quello che stiamo cercando di ottenere è un’alternativa a questo paradigma”, spiega Bermel. Grazie ai cristalli fotonici, infatti, il dispositivo può assorbire la stesa quantità di calore che catturerebbe un oggetto nero ma senza re-irradiarlo. Tale sistema, “su larga scala, è abbastanza efficace per competere con le forme energetiche più tradizionali. Inoltre, è semplice da produrre al contrario degli specchi utilizzati negli impianti solari a concentrazione”. Il passo successivo nella ricerca, sarà quello di testare diversi materiali in questa configurazione per trovare quelli con il grado più alto di efficienza.