Secondo una ricerca dell’Energy Strategy Group, per pompe di calore e caldaie a pellet il Conto Termico è più vantaggioso dell’Ecobonus
(Rinnovabili.it) – Il 2 marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale che introduce importanti novità sul Conto Termico, che saranno operative da giugno 2016. Scopo dell’iniziativa è rendere l’accesso a questa agevolazione più semplice, soprattutto dal punto di vista procedurale. Nella sua nuova veste, il Conto Termico va ad affiancare un’altra importante agevolazione, ovvero l’Ecobonus. Si tratta della detrazione Irpef del 65% riconfermata anche per il 2016, dedicata anch’essa a chi sceglie di effettuare interventi di efficientemente energetico nella propria abitazione.
Nello specifico, il Conto Termico dà diritto ad un contributo variabile, da calcolare secondo parametri specifici tra i quali la zona climatica, che viene accreditato direttamente sul conto corrente. Ha diritto al bonus chi effettua lavori finalizzati all’efficientamento energetico della propria abitazione, indipendentemente dal reddito.
L’Ecobonus consiste invece nella possibilità di detrarre dall’Irpef fino al 65% della spesa sostenuta sempre per interventi di efficientamento, da spalmare però nell’arco di 10 anni. Il fatto che l’agevolazione sia sotto forma di detrazione prevede però che il richiedente versi una quota di tasse sufficiente per potervi “scalare” la quota del bonus.
Ma quale conviene di più tra Conto Termico ed Ecobonus? Per rispondere a questa domanda, l’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano in collaborazione con Il Sole24Ore ha effettuato una simulazione per quanto riguarda in particolare pompe di calore e caldaie a pellet. Prima però, vediamo di fare un breve riepilogo sul nuovo Conto Termico.
Il nuovo Conto Termico
Introdotto nel 2013, il Conto Termico ha subito diverse modifiche definite tramite decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo scorso. Un rinnovo che si rendeva necessario da tempo, visto che dalla sua introduzione nel 2013 il Conto Termico è stato decisamente poco sfruttato, soprattutto a causa delle complesse procedure burocratiche per accedervi e di un sistema di calcolo dell’incentivo che ne limitava i vantaggi. Al 1° gennaio 2016, infatti, il totale delle richieste rappresentava un impegno economico totale di poco più di 56 milioni di euro, a fronte del plafond previsto di 700 milioni.
Per questo motivo, sono state introdotte una serie di novità: da giugno 2016 presentare domanda di accesso al Conto Termico sarà molto più semplice. La richiesta andrà inoltrata sempre tramite il sito del GSE, il Gestore Servizi Energetici. Oltre a un modulo più semplice da compilare, sarà disponibile un catalogo di prodotti idonei con potenza fino a 35 kW che, essendo già pre-approvati dal GSE, godranno di tempi di valutazione della domanda ridotti.
Inoltre, sono stati stabiliti nuovi parametri per il calcolo dell’importo del contributo che alzano di fatto le percentuali di rimborso ottenibili, tenendo conto soprattutto della stima di utilizzo dell’impianto a seconda della fascia climatica.
Conto Termico vs. Ecobonus
Dalla simulazione effettuata dall’Energy Strategy Group è emerso che, nel caso di una pompa di calore da circa 7.000 euro necessaria a soddisfare le esigenze di di una famiglia di 3 persone in un appartamento da 90 mq, il tempo di ritorno dell’investimento (pay-back-time) per chi sceglie il Conto Termico è di circa 2 anni per chi risiede nelle zone climatiche più fredde F (Cuneo), E (Milano) e D (Roma) e di circa 4 anni per la zona C (Bari). Il pay-back-time è calcolato sulla base del risparmio energetico ottenuto e del contributo previsto dall’agevolazione che si ottiene misurando la prestazione dell’impianto.
Rispetto al vecchio Conto Termico, il nuovo si avvale di metodi di calcolo del contributo diversi e ancora più vantaggiosi, poiché permettono di raggiungere come soglia massima erogabile il 65% della spesa sostenuta per apparecchi con potenza inferiore a 35 kW e nelle zone climatiche più fredde (E e F).
Il Conto Termico permette inoltre di ammortizzare l’investimento in tempi molto più rapidi all’Ecobonus, soprattutto se si considera il fatto che per spese inferiori a 5.000 euro il contributo diretto viene erogato in un anno.
Nei casi in cui la percentuale massima di rimborso è di poco inferiore al 65%, ci si trova dunque davanti a un bivio: con il Conto Termico è possibile portare a casa il contributo in tempi più brevi, mentre l’Ecobonus permette complessivamente di recuperare un importo maggiore della spesa iniziale sostenuta.
Tuttavia, specie nelle zone climatiche più calde, il Conto Termico non permette di recuperare fino al 65% della spesa iniziale, come invece accade per l’Ecobonus, che in questi casi è quindi sempre preferibile.