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Conto termico, i pro e i contro secondo Assolterm

Positivi secondo l’Associazione la semplificazione e l’ampliamento del numero e tipologia di soggetti che potranno usufruire dell’incentivo

(Rinnovabili.it) – In attesa che la Conferenza delle Regioni esprima il proprio parere sul Conto Energia termico, l’associazione di categoria Assolterm fa il punto della situazione elencando gli elementi positivi e quelli negativi del testo licenziato dal Ministero dello Sviluppo. Il primo aspetto ben accolto dall’associazione, riguarda i destinatari del nuovo FiT; l’incentivo è rivolto sia ai privati che alle amministrazioni pubbliche, ampliando difatti, rispetto alle detrazioni fiscali, il numero e la tipologia di soggetti che potranno usufruirne. Positiva anche la  decisione di tagliare alcuni  passaggi procedurali: per impianti sotto i 50 m2, ad esempio, non è necessaria l’asseverazione di un tecnico abilitato ma è sufficiente una dichiarazione sostitutiva.

 

“A nostro avviso però,  – spiega Assolterm – proprio nel tentativo di semplificare il più possibile il meccanismo, si è scelta una modalità di attribuzione dell’incentivo che di fatto non lega l’entità dell’incentivo (nemmeno a livello di stima) alla producibilità dell’impianto, in questo modo tradendo lo spirito del Decreto 28 che all’art. 28 indica che l’incentivo ha lo scopo di assicurare un’equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio ed è commisurato alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili”.

Non potendo attualmente introdurre diverse modalità d’incentivazione, l’associazione auspica che vengano riconosciuti agli impianti a circolazione forzata, che hanno un costo superiore a quello previsto dalle simulazioni fatte dai Ministeri, una tariffa superiore (in percentuale) a quella prevista nel decreto che, lo ricordiamo, è di 170 euro/m2 per 2 anni per i piccoli impianti e 55 euro/m2 per 5 anni per i grandi impianti. “Se non si operasse in questa direzione, con un incentivo troppo basso rispetto ai reali costi di investimento, si correrebbe il rischio di favorire prodotti di bassa qualità e sistemi poco efficienti, con conseguenze negative sull’efficacia stessa del Conto Termico”.