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Conto Termico 3.0, potrebbe contrastare la povertà energetica

Conto Termico 3.0
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Conto Termico 3.0, tre proposte di modifica

La fine del superbonus 110% e i continui interventi sulle detrazioni edilizie hanno lasciato l’amaro in bocca? In futuro un retrogusto più dolce potrebbe arrivare dal Conto Termico 3.0, il regime di incentivi per l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Lo scorso 29 marzo il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha posto in consultazione lo schema di decreto contenente alcuni aggiornamenti normativi rispetto al Conto Termico 2.0. 

Per uno dei sistemi incentivanti forse meno noti dal grande pubblico, si avvicina infatti il momento del restyling. Un’operazione di modifica che potrebbe renderlo più interessante, sia per i soggetti privati, che per la pubblica amministrazione.

Tra i contributi inviati all’indirizzo del Dicastero non poteva certo mancare quello di FIRE, la Federazione nazionale per l’uso razionale dell’energia, dalla cui analisi della bozza sono scaturite interessanti proposte. Nel complesso FIRE fa sapere di aver accolto positivamente la proposta del MASE, soprattutto la decisione di allargare la platea di beneficiari anche alle comunità energetiche rinnovabili, alle configurazioni di autoconsumo diffuso e agli enti del terzo settore. Così come quella di potenziare lo strumento, aumentando e diversificando gli interventi ammissibili.

Le osservazioni di FIRE

Intervenendo alla consultazione pubblica del MASE la Federazione ha elaborato le proprie osservazioni allo schema del Conto termico 3.0. A partire dalla proposta di ampliare l’accesso ai lavori di efficientamento anche a case popolari ed edifici residenziali che soddisfino determinati requisiti di disagio economico. “Le detrazioni fiscali (ecobonus, superbonus, bonus casa, etc.) – spiega FIRE – non sono infatti in grado di supportare le categorie ricomprese negli obiettivi di povertà energetica, a meno di non voler reintrodurre la cessione del credito, ipotesi al momento apparentemente poco percorribile. Il conto termico potrebbe dunque risultare utile in questa direzione, prevedendo eventualmente una percentuale di copertura delle spese nell’ordine dell’70-80% (interventi per appartamenti-condomini)”

E ancora: “negli interventi relativi alla riqualificazione completa dell’edificio (attualmente NZEB, ma si potrebbe cominciare a prevedere gli edifici a zero emissioni), si suggerisce di prevedere la possibilità di includere l’antisismica, garantendo un opportuno incremento delle tempistiche di realizzazione e dei massimali”.

La Federazione ritiene utile anche un monitoraggio semplificato dei consumi energetici per gli interventi di grandi dimensione, possibilmente basato sulle bollette o sul Protocollo internazionale di misura e verifica delle prestazioni (IPMVP), prevedendo un incremento del massimale di spesa che ne tenga conto. 

 Leggi qui la sintesi dei commenti ricevuti dai soci FIRE

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