I ministri dell’Energia europei aprono alla possibilità di obiettivi energetici più ambiziosi per il 2030. Ma sembra impossibile accettino le proposte di Strasburgo
La presidenza UE bulgara vuole trovare un accordo sui target efficienza e rinnovabili prima di giugno
(Rinnovabili.it) – Fin dalla sua pubblicazione, era chiaro a tutti che il Pacchetto Energia 2030 avrebbe diviso Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea. Il braccio di ferro tra i due organi legislativi sui nuovi target efficienza e rinnovabili offre l’esempio più lampante dei dissidi creati dal Winter Package: ad ogni proposta al rialzo da parte di Strasburgo, ne è segue una conservatrice da parte del consesso dei Ventotto. Gli eurodeputati vogliono un obiettivo 2030 di rinnovabili nei consumi finali al 35%? I governi approvano un 27%. I primi sperano di portare l’efficienza energetica al 35%? I secondi si accordano sul 30%.
Questa profonda spaccatura potrebbe in realtà essere leggermente rimarginata, come spiega il commissario UE per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete. Il commissario ha incontrato i rappresentati del Ventotto al termine dell’incontro informale del Consiglio dell’UE sull’energia, tenutosi a Sofia ora che la presidenza spetta alla Bulgaria.
I ministri hanno discusso delle principali proposte inerenti le direttive efficienza e rinnovabili, lanciando la prima apertura: secondo quanto riferito dallo stesso Cañete, i governi sarebbero disposti ad aumentare le loro ambizioni. “C’è un certo movimento verso cifre superiori al 27%, è chiaro, ma non così vicino al 35% che vorrebbe il Parlamento”, ha dichiarato il commissario ai giornalisti, pur ammettendo che i prossimi colloqui saranno parecchio difficili.
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All’interno del Consiglio vi sono fronti opposti. Sul target rinnovabili 2030 c’è chi è fortemente contrario a qualsiasi modifica e chi come Germania, Austria, Francia, Paesi Bassi, Danimarca e Lussemburgo vorrebbe andare oltre il 27%. E poi ci sono Svezia e Portogallo che supportano entrambi il 35%. Storia simile per il target efficienza energetica: Svezia e Francia sostengono entrambi il 35% del Parlamento, mentre Paesi Bassi, Portogallo, Lussemburgo, Germania, Danimarca e Irlanda sono a favore di un semplice rialzo rispetto al 30%.
Il ministro bulgaro dell’energia Temenuzhka Petrova è fiduciosa che la squadra possa concludere i negoziati sulle tre direttive in questione entro la fine del mandato, ossia entro giugno. Dal canto suo il commissario Cañete ha tenuto a ricordare come le originali proposte dell’esecutivo, soprattutto sul fronte delle green energy, siano state elaborate da dati vecchi e che nuovi e ambiziosi obiettivi siano più che possibili. “Quello che bisogna tenere a mente – ha aggiunto – è che il costo delle energie rinnovabili è così basso che non hanno bisogno di sostegno o aiuti di stato”.