Il rapporto tra le emissioni e i sussidi all’energia fossile
(Rinnovabili.it) – La volontà di rimuovere i sussidi all’energia fossile è passato nel tempo da semplice appello ambientalista a tema di discussione (molto cauta) dei grandi vertici internazionali. Sulla carta l’equazione sembra semplice: i combustibili fossili sono i principali responsabili dell’aumento di gas serra e inquinamento; continuare a incentivarli – si parla, a livello mondiale, di cifre a 12 zeri l’anno – non può che esasperare il problema. Ma basta davvero cancellare gli incentivi a petrolio e gas per far diminuire drasticamente le emissioni di CO2 nel mondo, contribuendo alla crescita delle rinnovabili? Per la scienza, la questione è ben più complessa di così.
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Un team di ricercatori, di cui fanno parte anche Massimo Tavoni e Johannes Emmerlin del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), ha studiato attraverso una serie di modelli matematici il potenziale di riduzione delle emissioni legato alla rimozioni dei sussidi all’energia fossile. Il risultato non è così scontato.
Secondo gli scienziati, senza incentivi a gas e petrolio, entro il 2030, si otterrebbe a livello mondiale un taglio delle emissioni di carbonio di appena l’1-5 per ceto. Ossia una quantità compresa tra 0,5 e 2 miliardi di tonnellate di CO2, e quindi molto inferiore rispetto a quei 4-8 miliardi chiesti con l’Accordo sul clima di Parigi. I risultati, inoltre, cambiano a seconda delle regioni e delle Nazioni prese in considerazione.
“In alcuni Paesi, come i maggiori esportatori di energia prodotta da fossili, l’eliminazione dei sussidi conduce a risultati significativi sia sull’uso delle rinnovabili che sulla riduzione delle emissioni”, spiega Tavoni. In altri, come l’India ad esempio, in assenza di misure compensative i costi sarebbero scaricati sulla popolazione e si potrebbe avere l’effetto opposto, il taglio dei consumi energetici e l’orientamento verso il più economico carbone come fonte di energia. Questo non significa ovviamente che l’eliminazione dei sussidi all’energia fossile sia inutile, quanto piuttosto che è “una misura che da sola non basta” e che è necessario “integrarla in una serie di iniziative che ne bilancino gli impatti sociali ed economici”. “La tassazione della CO2 – aggiunge Tavoni – rimane uno strumento fondamentale. Le fasce di reddito basse possono essere protette dall’aumento dei prezzi dell’energia con misure compensative (esenzioni o rimborsi) sostenuti dal gettito fiscale derivante dalla tassa”.
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