Le lobby ambientaliste criticano aspramente la conclusione dell’iter della strategia enegetica che tutelerebbe, in larga parte, le fonti fossili
– incentivare e facilitare lo sfruttamento delle scarsissime risorse petrolifere del Paese, mettendo a rischio ambiente, paesaggio e salute pubblica per un ritorno economico esiguo;
– fingere che non esista la questione carbone – la fonte più dannosa per il clima e la salute umana – salvo continuare ad approvare nuovi progetti di centrali alimentate con quella fonte (come nel caso di Saline Joniche) o progetti di ampliamento di impianti già esistenti (come nel caso di Vado Ligure);
– definire obiettivi di sviluppo ambiziosi per le fonti rinnovabili, ma identificare al contempo strumenti del tutto inadeguati a consentire questa crescita;
– trasformare l’Italia in un grande hub del gas, senza chiarire i vantaggi per il paese vista l’assenza di politiche che superino gli impianti a carbone e a olio combustibile.
Greenpeace, Legambiente e WWF – si legge sulla nota stampa – “si riservano di impugnare gli atti di approvazione della SEN presso i fori competenti, per contrastare con ogni strumento un piano che – qualora non vi fossero sostanziali revisioni rispetto a quanto sin qui promosso dal governo Monti – non garantirebbe al Paese alcuno sviluppo e costituirebbe, invece, un atto di grave miopia, profondamente in conflitto con ogni istanza di sviluppo sostenibile”.