Varsavia pubblica la bozza della nuova Startegia Energetica 2040
(Rinnovabili.it) – Più fotovoltaico ed eolico offshore, ma anche molto nucleare per rimpiazzare quella quota di carbone che sarà progressivamente rimossa dal mix energetico nazionale. Questa in poche parole la nuova strategia energetica 2040 della Polonia. La bozza del documento, intitolato “Polityka Energetyczna Polski do roku 2040”, è stata presentata formalmente lo scorso venerdì dal Ministero dell’Energia ma ha lasciato l’amaro in bocca a molti analisti del settore.
Varsavia mette nero su bianco alcuni degli obiettivi energetici che accompagneranno il Paese nei prossimi anni a partire dal target del 21% di energie rinnovabili nel mix energetico 2030. Percentuale che dovrebbe alzarsi al 27% considerando solo la quota elettrica. “Al fine di raggiungere un tale livello di FER nel bilancio, è necessario sviluppare tecnologie di accumulo energetico ed espandere le unità a gas come impianti di bilanciamento”, si legge nel documento. In questo modo il Governo si aspetta di ridurre le emissioni di carbonio del 30% entro il 2030 rispetto ai valori del 1990.
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A far da padrone, ancora per molto tempo, saranno il carbone termico e la lignite che dovrebbero rappresentare il 60% della produzione di energia nazionale entro il 2030, in calo di 20 punti percentuali rispetto ad oggi. La quota fossile diminuirà ulteriormente nel 2040, toccando quota 35% e lasciando spazio a nuove centrali nucleari. Nel dettaglio il governo si aspetta di realizzare da 6 a 9 GW di energia dall’atomo entro il 2043, con la prima unità da 1-1,5 GW messa in funzione per il 2033.
L’eolico offshore, vera punta di diamante nei nuovi indirizzi rinnovabili, avrebbe invece un obiettivo di 8 GW di nuova capacità installata al 2035, che diverrebbe 10 GW nel 2040. Le spese in conto capitale per il nuovo mix si attestano a 400 miliardi di zloty, ossia circa 93 miliardi di euro, entro il 2040, ma non sono stati forniti dettagli sui finanziamenti fonte per fonte.
La nuova strategia energetica 2040 frena invece sull‘eolico a terra: nessun nuovo impianto onshore sarà costruito oltre i volumi previsti nell’attuale processo di asta. Repentino il commento di Giles Dickson, CEO di WindEurope: “Questo è davvero deludente […] e non ha senso, economicamente parlando. Decidi di espandere la tua capacità energetica ma non usi la forma più economica di produzione? È pazzesco, soprattutto dal momento che la Polonia ha appena tenuto la sua prima asta per l’eolico a terra ottenendo prezzi estremamente competitivi”.