(Rinnovabili.it) – Con l’uso le batterie auto agli ioni di litio si degradano. Arriva il momento in cui non sono più in grado di caricarsi rapidamente o fornire potenza istantanea per essere impiegate dal veicolo elettrico. Nonostante ciò, possiedono ancora dal 60 al 70% della loro vita utile. Ecco perché l’industria sta studiando ormai da tempo metodi di reimpiego ancor prima di affinare le tecnologie di riciclo. Il primo utilizzo a cui si è pensato è stato quello in ambito residenziale e aziendale ma, per quanto appaia una soluzione vincente, la pratica presenta alcune sfide tecniche. Vi sono, infatti, tutta una serie di meccanismi di controllo tra contatore elettrico e batterie che richiedono necessariamente attenzione. I ricercatori dell’Oak Ridge National Lab hanno deciso di lavorare alla risoluzione di tutti i problemi di interfaccia per rendere le batterie auto esauste adatte all’uso residenziale. E oggi intendono prendere ciò che hanno imparato e scalarlo per impiegare i dispositivi di seconda mano in applicazioni di accumulo di rete.
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Nel dettaglio lo scienziato Michael Starke ha guidato un progetto, supportato dal Programma di conservazione dell’energia del DoE, per creare e migliorare i controlli nei sistemi d’accumulo basati su batterie di uso secondario. L’iniziativa ha incluso l’installazione e il test di un impianto da 15 kW in un sito di Habitat for Humanity, nella Carolina del Nord. Utilizzando software e hardware sviluppati da Starke e dai suoi colleghi, il sistema sperimentale è stato in grado di azzerare l’acquisto di elettricità dalla multiulity locale durante i periodi di picco della domanda critica quando il costo dell’elettricità è notoriamente al massimo. “Il vantaggio netto è una bolletta elettrica molto più bassa che sfrutta le tariffarie in tempo reale”, ha affermato il ricercatore.
Il processo libera anche parte della domanda durante i periodi di punta, contribuendo a bilanciare la rete. “Il grande risultato è la dimostrazione che lo stoccaggio di energia di uso secondario è economicamente praticabile in queste applicazioni”, aggiunge Starke. “E non si tratta semplicemente di prendere le batterie delle auto usate e gettarle [in] qualcosa. Arrivare a un sistema gestibile su larga scala è una sfida. Le utility vogliono qualcosa di affidabile ed efficiente su cui fare affidamento per un lungo periodo. E vogliono un solo dispositivo con cui comunicare, in grado di gestire un’enorme risorsa”. Il sistema sviluppato dal team di Oak Ridge si basa su comunicazioni in cloud che consentono il controllo remoto. Nel progetto è incluso un inverter flessibile che converte l’energia per l’uso domestico o per la trasmissione in rete insieme a controlli che sincronizzano il sistema con l’infrastruttura di trasmissione e assicurano l’avvio e l’arresto sicuri.
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