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Statkraft: in Italia una pipeline di progetti rinnovabili da 5,3 GW

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Statkraft a KEY 2024 - L'intervista di Rinnovabili

Statkraft, da oltre 100 anni dalla parte dell’energia pulita

(Rinnovabili.it) – È il più grande produttore di energia rinnovabile in Europa e, nonostante sia approdato sul mercato italiano da poco, ha già una visione chiara. Parliamo di Statkraft, azienda norvegese ma con una presenza globale, che da oltre un secolo supporta la diffusione dell’energia pulita. Per comprenderne i piani di sviluppo, in particolar modo nel settore delle FER nazionali, Rinnovabili.it ha incontrato Bernardo Ricci Armani, Vice Presidente e Country Manager Italy della società, in occasione della fiera KEY – The Energy Transition Expo 2024. Come ha spiegato Armani, Statkraft ha creato nel Belpaese una pipeline che oggi conta circa 5 GW e mezzo di capacità per un totale di 120 progetti in sviluppo nel settore eolico, fotovoltaico – in particolar modo agrovoltaico – e dell’accumulo, idroelettrico a pompaggio compreso.

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“Si tratta di una pipeline molto diversificata, sia geograficamente che dal punto di vista delle tecnologie e delle dimensioni; questo perché secondo noi era importante cercare di coprire il più possibile tutti gli eventuali scenari evolutivi”, ha dichiarato Armani. “La prossima fase strategica si focalizzerà sulla qualità: inizieremo a prioritizzare questi 120 progetti. Poi in attesa che il quadro regolatorio si chiarisca, con il Decreto FER X e altri strumenti, andremo a fare delle scelte di investimento. Abbiamo già delle prime autorizzazioni arrivate e siamo in decisione di investimento su circa 4 progetti per il 2024 e altri arriveranno sicuramente a breve”.

Il tutto impegnandosi attivamente con le comunità locali, affinché le attività dell’azienda creino valore anche per il territorio. Come? Coinvolgendo le parti interessate per capire le necessità e soprattutto per trovare nuove soluzioni alle sfide comuni. “La nostra strategia è quella di far sì che la nostra proposta di compensazione sia sostenibile non soltanto a livello ambientale, ma anche a livello sociale e finanziario. Un po’, se vogliamo, nell’ottica del fondo famoso sovrano norvegese che attraverso l’esplorazione e la produzione di idrocarburi ha creato il welfare della Norvegia”. 

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