Le ultime indiscrezioni confermano l’opposizione di Istat e Bankitalia l'ipotesi del bond per ricalibrare gli incentivi alle rinnovabili
La proposta originaria prevedeva che le risoluzioni fossero pagate da un soggetto pubblico fuori dal perimetro Eurostat che si finanzierebbe con obbligazioni sul mercato finanziario oltre che eventualmente accollarsi parte del debito esistente sugli impianti. Si riconfigura così l’ipotesi, nei giorni passati scarta dallo stesso Governo, che lo spalma incentivi sia nuovamente obbligatorio per gli operatori. Alla misura si oppone con forza assoRinnovabili, ribadendo “la totale contrarietà a qualsiasi misura retroattiva che danneggerebbe il paese, le imprese del settore, in gran parte PMI, e i lavoratori”. “Pur non condividendo le ragioni per cui non è stata accolta la soluzione dell’emissione del bond, che avrebbe ridotto le bollette delle PMI in modo efficace senza colpire il settore delle rinnovabili, ha inviato oggi al Governo una nuova soluzione alternativa che, attraverso una dilazione dei pagamenti degli incentivi, sgraverebbe la componente A3 per una cifra di oltre 700 milioni. Tale soluzione, essendo finanziata dai produttori, non richiede assunzione di debito ne’ da parte del GSE, ne’ da parte di altri enti”.