(Rinnovabili.it) – Dodici nuove fattorie solari, dodici mega progetti per un investimento di quasi 800 milioni di dollari. È il piano annunciato ieri dal governo dell’Australia, che punta sul solare per cercare di raggiungere i suoi obiettivi al 2020 sulle rinnovabili. Una luce, questa sterzata in direzione di più energia pulita, tra le tante ombre che inchiodano il Paese a politiche energetiche ancorate al carbone, che non riesce a scrollarsi di dosso il poco invidiabile primato di essere uno degli Stati con le più alte emissioni procapite al mondo.
Secondo quanto riporta l’Agenzia australiana per l’energia rinnovabile (Arena), i progetti appena approvati triplicheranno la capacità del solare a larga scala del Paese portandolo a 720 MW, abbastanza per fornire energia a circa 150mila abitazioni, e colmeranno il 10% di energie rinnovabili che ancora manca per centrare gli obiettivi al 2020. Obiettivi che prevedono il raddoppio dell’attuale generazione di energia pulita fino a portarla a 33mila GWh sfruttando solare, eolico e idroelettrico, che combinati rappresenteranno un quarto del mix energetico complessivo. Per quanto riguarda le emissioni, l’impegno è di tagliarle del 13% rispetto ai livelli del 2005.
I vertici di Arena sottolineano che il solare australiano oggi è più competitivo, quindi più allettante per gli investitori stranieri. Cartina tornasole di questa affermazione sarebbe l’ammontare dei finanziamenti pubblici alle grandi fattorie solari, passati da 1,6 dollari australiani per MW dei primi impianti ai soli 19 centesimi degli ultimi 12 progetti approvati, in appena 3 anni. Certo è che nei fatti l’Australia resta ancora dietro molti altri Paesi per questi progetti su larga scala, con i suoi 240 MW di capacità installata.
E il futuro non sembra molto roseo. Infatti la scorsa settimana il Governo Turnbull ha approvato un maxi taglio da 1 miliardo di dollari proprio ai danni di Arena. Così l’Agenzia rischia di non essere più in grado di garantire la sua parte di finanziamenti – fatti salvi quelli appena annunciati. Un passo indietro che certo non rende più facile raggiungere i target di energia pulita in programma.