La Commissione Europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, il regime italiano da 17,7 miliardi di euro a sostegno della realizzazione di un sistema centralizzato di stoccaggio dell’energia elettrica
Il piano sosterrà la costruzione di oltre 9 GW/71 GWh di accumuli in Italia
(Rinnovabili.it) – “Oggi abbiamo approvato questo piano italiano da 17,7 miliardi di euro, che contribuirà in modo significativo agli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica dell’UE”. Con queste parole Margrethe Vestager, responsabile della politica europea di concorrenza, ha annunciato l’ok della Commissione UE al MACSE, il nuovo mercato a termine dello stoccaggio elettrico centralizzato in Italia.
Progettato con l’obiettivo di integrare le fonti rinnovabili con un livello efficiente di “overgeneration” nel sistema elettrico, il meccanismo dovrebbe sostenere la costruzione di impianti di accumulo con una capacità cumulata 71 GWh e una potenza totale di oltre 9 GW. “Il provvedimento, approvato dopo una lunga interlocuzione tra l’Italia e Bruxelles – ha commentato a caldo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto – è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di produzione elettrica da fonti rinnovabili previsti dal PNIEC, in linea con quelli del ‘Green Deal’ e del ‘Fit For 55’: un ulteriore passo in avanti, dunque, verso la decarbonizzazione del sistema energetico”.
Stoccaggio elettrico centralizzato, come funzionerà il regime italiano
MACSE è l’acronimo di Meccanismo di Approvvigionamento di Capacità di Stoccaggio Elettrico. Previsto dal Decreto Legislativo 210/21, tale programma permetterà al sistema energetico nazionale di acquisire nuova capacità di accumulo. Come? Attraverso contratti di approvvigionamento di lungo termine aggiudicati grazie aste competitive organizzate da Terna. La procedura di gara farà competere gli sviluppatori sulla base di offerte relative all’importo più basso di aiuto richiesto rispetto al volume di capacità offerta. I vincitori avranno l’obbligo, oltre che di realizzare l’impianto di energy storage, anche di rendere disponibile la capacità di stoccaggio a operatori di mercato terzi e sul Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD). In cambio riceveranno da Terna un premio fisso annuo a copertura dei costi di investimento e di funzionamento dei sistemi. Il programma durerà fino al 31 dicembre 2033.
La piattaforma di trading time-shifting
Nell’ambito del regime italiano sarà istituita una nuova “piattaforma di trading time-shifting” attraverso cui verrà messa in comune e offerta a terzi la capacità di stoccaggio sotto forma di prodotti time-shifting standardizzati. Terna assegnerà le risorse di storage fisico per eseguire i contratti standard di time-shifting, ottimizzando l’uso delle risorse disponibili.
Le tecnologie d’accumulo
Quali tecnologie possono prendere parte al meccanismo per lo stoccaggio elettrico centralizzato? Tutte quelle che soddisfano i requisiti prestazionali stabiliti da Terna e approvati dall’ARERA. L’elenco sarà rivisto ogni due anni per riflettere gli sviluppi tecnologici ma attualmente include solo le batterie a ioni di litio e i pompaggi idroelettrici. Le prime si distinguono per una vita utile relativamente breve (12-14 anni) e ma tempistiche di realizzazione più brevi (circa 1-3 anni per un impianto utility scale) e costi di investimento intorno a 207-228 k€/MWh. I secondi offrono una vita utile decisamente più lunga (intorno ai 50 anni) ma tempi di costruzione di circa 5-7 anni e costi di investimento tra i 213-363 k€/MWh.
Il via libera della Commissione europea
L’esecutivo UE ha approvato il regime italiano, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, ritenendolo necessario, opportuno e proporzionato. Inoltre, si legge nella nota stampa di Bruxelles, l’aiuto concesso ha un effetto di incentivazione, poiché gli impianti di stoccaggio sovvenzionati non sarebbero finanziariamente sostenibili senza il sostegno pubblico. “Lo stoccaggio centralizzato dell’elettricità offre flessibilità e facilita la diffusione delle fonti rinnovabili”, ha sottolineato Vestager. “Questo schema innovativo contribuirà ad accelerare la transizione verde, riducendo al minimo eventuali distorsioni della concorrenza”.
Accumuli di rete in Italia, uno sguardo al futuro
Secondo quanto riferito da Terna, a inizio luglio 2023 sono pervenute 7,9 GW di richieste di connessione da parte di centrali di pompaggio idroelettrico e 74,3 GW di richieste da parte di impianti a batteria agli ioni di litio. Di questi ultimi 54,4 GW sono sistemi stand-alone e 19,9 GW sono accumuli integrati principalmente con impianti rinnovabili. Le analisi svolte da Terna e pubblicate nel Documento di Descrizione Scenari 2022, mostrano che per raggiungere gli obiettivi UE al 2030, l’Italia dovrà sviluppare circa 71 GWh di nuova capacità di stoccaggio su scala utility. “La potenza nominale in scarica e in carica di questi impianti – spiega Terna – dovrà essere maggiore o uguale a un ottavo dell’energia nominale in scarica e in carica”.