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Batterie al calcio per auto elettriche e accumuli fissi

Sulla tecnologia stanno lavorando l'ENEA e la Sapienza Università di Roma al fine di sviluppare una nuova generazione di sistemi di accumulo elettrochimico

Batterie al calcio
Assemblaggio celle elettrochimiche. Credits: Enea

 

 Il progetto “ACTEA”’” svilupperà batterie Ca-ione complete

(Rinnovabili.it) – Materiali abbondanti e facilmente reperibili. Costi inferiori. Una maggiore densità di energia, grazie a una combinazione di alta capacità e alta tensione delle celle. Una potenza teoricamente più elevata delle controparti commerciali. Questi, sulla carta, i numerosi benefici delle batterie al calcio, una delle tecnologie candidate a sostituire le ricaricabili a ioni di litio, sia nel mondo della mobilità elettrica che in quelle dell’accumulo fisso. Per accelerarne lo sviluppo in Italia l’ENEA e la Sapienza Università di Roma hanno lanciato il progetto ACTEA. L’iniziativa si è data 24 mesi di tempo per realizzare delle batterie Ca-ione complete che siano  caratterizzate da bassi costi di produzione e da standard sempre più elevati di efficienza, sostenibilità e sicurezza.

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Le nuove batterie al calcio

In realtà l’attenzione dell’energy storage verso questo materiale non è nuova. La prima applicazione delle batterie al calcio risale addirittura agli anni ’60, ma vere e proprie ricaricabili che impiegano ioni calcio (Ca 2+) come portatore di carica attivo sono ancora per lo più un esercizio di laboratorio. Il problema? Questi dispositivi mostrano un calo della capacità e una densità di energia relativamente più bassa di quella delle batterie al litio. 

Sfide che il progetto ACTEA è pronto a risolvere. “La tecnologia calcio-ione è ancora ai primi stadi di sviluppo e l’obiettivo è quello di contribuire a una migliore comprensione del suo funzionamento anche se, in linea di principio, i processi elettrochimici che stanno alla base sono analoghi a quelli delle batterie litio-ione dove, però, il calcio sostituisce il litio nel ruolo di shuttle, ossia di portatore della carica elettrica”, spiega Laura Silvestri, ricercatrice ENEA.

Una nuova filiera per l’accumulo energetico

L’iniziativa si è focalizzata sullo sviluppo di processi e materiali con un ridotto impatto ambientale e sull’impiego di elementi molto comuni quali il ferro, il silicio o il titanio (oltre al calcio), attraverso la minimizzazione dell’uso di materie prime tossiche o critiche. “Questa strategia potrebbe declinare in modo innovativo e sostenibile lo scenario di una transizione da un paradigma tecnologico ad alto impatto ambientale (batterie litio-ione) ad uno nuovo più green (batterie calcio-ione). Inoltre, l’introduzione del calcio e dei materiali ad esso correlati nella catena del valore delle batterie aprirebbe un nuovo mercato per tutti i produttori di materie prime tradizionali quali il carbonato di calcio e l’ossido di calcio, ampiamente utilizzati in edilizia e nei pigmenti”, conclude Giulia Monteleone, responsabile della Divisione ENEA di Produzione, storage e utilizzo dell’energia.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.