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L’Europa sta perdendo la corsa mondiale all’accumulo energetico

Il Vecchio Continente possiede una delle più alte quote di penetrazione delle rinnovabili al mondo. Eppure l'energy storage arranca, aumentando sempre di più la distanza con Cina e USA

accumulo energetico

Il report di Wood Mackenzie sul mercato dell’accumulo energetico

(Rinnovabili.it) – L’Europa è destinata a perdere la corsa mondiale all’accumulo energetico, a meno che non cambi rapidamente politica. È tranciante l’opinione della società di ricerca Wood Mackenzie che, in una nuova analisi, indaga oggi il futuro dell’energy storage. Il Vecchio Continente ha dalla sua un alto volume di rinnovabili in rete, che stanno spronando attivamente soluzioni di flessibilità. E dal 2017, anno del lancio della Europea Battery Alliance, ad oggi sono cresciuti in maniera esponenziali i progetti dedicati allo stoccaggio. Ma se si dovesse paragonare il percorso europeo con i primi due grandi mercati dell’accumulo energetico – Cina e USA – non vi sarebbe partita. Nè oggi, né domani.

“Le prospettive per lo stoccaggio dell’energia in Europa stanno iniziando a impallidire rispetto alle controparti globali”, spiega Rory McCarthy, analista di Wood Mackenzie, definendo quasi impossibile un eventuale recupero.“Tuttavia, nonostante ciò, l’Europa continuerà a possedere energia rinnovabile variabile in una proporzione più elevata di qualsiasi altra regione del pianeta”. 

Energia ecologica e a basso costo, la cui “natura non dispacciabile”, secondo la società d’analisi, rappresenta una sfida per i sistemi di alimentazione. Sarà proprio questo uno degli stimoli per far crescere il comparto dell’energy storage. “Lo stoccaggio dell’energia sarà in prima linea per affrontare questa sfida, poiché la tecnologia può fornire la flessibilità necessaria con zero emissioni di carbonio, mantenendo i prezzi dell’energia più stabili e convenienti per il consumatore finale”. Per McCarthy, il vero problema è l’incapacità del settore politico di dare il giusto peso a questi elementi. Il rapporto afferma che la regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) costituiva il 44% del mercato globale dell’accumulo energetico nel 2014. Ovviamente il Vecchio Continente possedeva la quota più grande. Ma il dato è sceso al 30% lo scorso anno e dovrebbe calare ulteriormente al 20% entro il 2025 e al 13% entro il 2030.

La lezione impartita dagli USA

Secondo gli analisti il mercato dello stoccaggio ibrido front-of-the-meter (FTM) – ossia grandi batterie a livello di impianti eolici e fotovoltaici su scala utility – rappresenta la chiave per il successo. Eppure è proprio a questo livello che gli europei appaiono più indietro. “Se guardiamo agli Stati Uniti, che è il più grande mercato in crescita per lo storage, i progetti presentati in questa regione hanno il potenziale per costituire il 49% della capacità cumulativa globale entro il 2030″.

Perché gli USA hanno una pipeline così sana? Perché il settore è guidato da specifici programmi di approvvigionamento da parte delle società dei servizi pubblici; e perché gli impianti possono beneficiare di un generoso credito d’imposta ITC. “Forse meno ovvia è la sua struttura normativa. Le utility integrate verticalmente – quelle che operano sia come rivenditore che gestore di rete e produttore di energia – servono un’ampia fascia di consumatori statunitensi”. Queste realtà possono valutare il loro intero portafoglio di sistemi, i requisiti operativi e di consegna ed eseguire una gara d’appalto su queste basi. In definitiva, possono contrattare la combinazione di tecnologie più economica per fornire un’intera soluzione di sistema, offrendo così il miglior ritorno all’investitore e garantendo allo stesso tempo energia di alta qualità”.