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Sistemi di accumulo elettrochimico, le prospettive di sviluppo

Dallo “shared storage” all’autosufficienza delle piccole isole, l’accumulo elettrochimico ha messo le prime radici nel sistema elettrico ma il mercato è ancora indietro

Sistemi di accumulo elettrochimico, le prospettive di sviluppo

 

(Rinnovabili.it) – I sistemi di accumulo elettrochimico sono entrati nella loro “adolescenza tecnologica”. La maturità, per ora, è ancora essere lontana ma le premesse per un buono sviluppo ci sono tutte. Lo provano i primi sistemi “virtuali” nei quali batterie diffuse fra molti utenti sono messe in comune a formare un sistema aggregato più economico e vantaggioso. E lo dimostrano anche piccole isole, non servite dalla rete elettrica nazionale, laboratori d’eccellenza dove sperimentare l’autoproduzione da fonti rinnovabili.

 

A fare il punto sulle prospettive del settore il Libro Bianco sui sistemi di accumulo 2.0 realizzato da ANIE Energia e RSE- Ricerca sul Sistema Energetico, presentato oggi a Roma. Realizzato con i contributi di Enel Produzione, Enel Green Power e il Politecnico di Milano, il volume individua i punti d’accesso della tecnologia al sistema elettrico, sottolineando opportunità e criticità.

 

Per gli autori l’affermazione dell’accumulo elettrochimico come risposta alle richieste di sicurezza ed efficienza che l’evoluzione del sistema elettrico impone, è ormai prossima. “Il secondo step del Libro Bianco sull’accumulo realizzato per ANIE Energia – commenta Stefano Besseghini Presidente e AD di RSE – mette in evidenza come i sistemi di accumulo siano entrati in una fase che possiamo definire di “adolescenza”. Un passaggio importante in cui è ormai prossimo il momento per questi sistemi di proporsi al sistema energetico consapevoli delle proprie potenzialità ma anche dei propri limiti”.

 

L’evoluzione dei sistemi di accumulo elettrochimico

L’evoluzione tecnologica di questi anni sta progressivamente accorciando il gap fra costi di installazione dei sistemi di accumulo elettrochimico e i tempi di recupero degli investimenti. Tuttavia, con gli attuali meccanismi di mercato, questi dispositivi appaiono in molti casi ancora proibitivi. Un elemento che si riscontra soprattutto con i grandi sistemi da inserire in contesti industriali e con gli utenti dotati esclusivamente di impianti fotovoltaici.

 

“Abbiamo valutato, insieme ad altri operatori del settore l’evoluzione, tecnica, normativa ed economica,  – spiega Besseghini – per cercare di tracciare una traiettoria tecnologica credibile e, soprattutto, per comprendere quali ambiti potranno, per primi, offrire concreti ambiti di applicazione”.

 

Il traguardo risulta essere più vicino se si considerano sistemi di “shared storage fra differenti utenti, così come convenienti sono i sistemi di accumulo nelle realtà delle piccole isole. Nei due esempi presi in considerazione nel Libro Bianco – quelli di Ustica e Ventotene – i dati emersi dalle simulazioni permettono di evidenziare l’economicità dell’installazione di sistemi di generazione fotovoltaica abbinati, come nel caso di Ventotene dove è in corso una sperimentazione, a sistemi di accumulo elettrochimico.

 

“Questo ha dimostrato una riduzione dei consumi di combustibile e dei costi di manutenzione grazie all’ottimizzazione dell’efficienza media di generazione dei motori che, grazie all’accumulo, possono funzionare sempre nella fascia alta di carico o, in alternativa, rimanere spenti”.

 

Un aspetto di rilievo è l’azione dell’Autorità per l’Energia che, attraverso la riforma in atto del Mercato dei Servizi di Dispacciamento, sta aprendo a generatori, carichi e accumuli o loro aggregazioni, la possibilità di partecipare ai servizi della rete contribuendo alla stabilità del sistema.