La Commissione europea ha adottato una raccomandazione volta a garantire azioni di protezione climatica ed ambientale in caso di progetti di estrazione di gas scisto
(Rinnovabili.it) – Lo shale gas, il gas naturale racchiuso nelle rocce del sottosuolo, è entrato veloce nelle mire energetiche mondiali. I diversi problemi legati all’utilizzo di questa fonte hanno imposto a Bruxelles di intervenire e aiutare gli Stati membri a dipanarsi tra la rete di ostacoli e sfide che il gas scisto presenta. In questo contesto la Commissione Europea ha oggi adottato una raccomandazione volta a garantire l’attuazione di misure adeguate per la protezione dell’ambiente e del clima in relazione alla tecnica della fratturazione idraulica ad alto volume (fracking).
L’obiettivo è quello di aiutare i Ventotto a gestire i rischi ambientali e sanitari aumentando nel contempo la trasparenza nei confronti dei cittadini. La raccomandazione è accompagnata da una comunicazione che considera le opportunità e le sfide legate all’utilizzo del “fracking” per l’estrazione di idrocarburi. Entrambi i documenti sono parte di una più ampia iniziativa della Commissione finalizzata all’istituzione di un quadro di politica climatica ed energetica integrata per il periodo fino al 2030.
Il Commissario per l’ambiente Janez Potočnik ha dichiarato: “Lo shale gas suscita nuove speranze in alcune parti d’Europa, ma è anche una fonte di preoccupazione pubblica, La Commissione risponde agli inviti ad agire fornendo oggi i principi minimi che gli Stati membri sono tenuti a seguire per tener conto degli aspetti ambientali e sanitari”.
La raccomandazione invita gli Stati membri, in particolare, a:
• Pianificare in anticipo gli sviluppi e valutare possibili effetti cumulativi prima di concedere licenze;
• Valutare attentamente gli impatti e i rischi ambientali;
• Assicurarsi che l’integrità del pozzo sia all’altezza degli standard di best practice;
• Controllare la qualità dell’acqua locale, dell’aria e del suolo prima di iniziare le operazioni, al fine di monitorare eventuali cambiamenti e affrontare i rischi emergenti;
• limitare le emissioni, comprese le emissioni di gas a effetto serra;
• Informare il pubblico sulle sostanze chimiche utilizzate nei singoli pozzi
• Assicurarsi che gli operatori applichino le migliori pratiche in tutto il progetto.
Gli Stati membri dell’UE sono invitati ad applicare i principi entro sei mesi e, dal dicembre 2014, informare ogni anno la Commissione sulle misure che hanno messo in atto.