Spenta l’ultima centrale a carbone, ora il Paese punta sul 100% rinnovabili entro il 2020. L’impianto era responsabile del 25% delle emissioni scozzesi
(Rinnovabili.it) – La scorsa settimana, in un evento aperto ai lavoratori e davanti ad un plotone di giornalisti, la Scozia ha spento la sua ultima centrale a carbone. L’impianto di Longannet, dopo 46 anni di attività, dorme ora il sonno dei giusti, mentre il Paese ha ufficialmente smesso di produrre carbone dopo 115 anni. È indubbiamente un momento storico per la Scozia, che ha grandi piani per il prossimo futuro energetico, tutti basati sulle rinnovabili.
Entro il 2020, i suoi 5 milioni di abitanti consumeranno solo elettricità prodotta da fonti pulite, secondo le intenzioni del governo. Mentre l’Europa ha visto calare gli investimenti nelle rinnovabili, la Scozia sembra sulla buona strada per centrare i suoi obiettivi. La produzione di energia elettrica green è più che raddoppiata dal 2007, ed oggi è copre il 50% dei consumi. Tutto ciò è stato possibile grazie ai massicci investimenti nell’eolico onshore e offshore, che hanno messo il Paese all’avanguardia nella regione. Il più grande parco eolico della Scozia è anche il primo del Regno Unito intero. Whitelee Wind Farm vicino a Glasgow ha una capacità di 539 megawatt e genera elettricità sufficiente ad alimentare poco meno di 300 mila case.
Here’s the moment #Longannet power station was shut down today marking the end of coal-fired generation in Scotlandhttps://t.co/rY2RtMTBWb
— ScottishPower (@ScottishPower) 24 marzo 2016
«Il carbone è stato a lungo la forza dominante nell’arsenale per la produzione dell’energia elettrica in Scozia – ha detto Hugh Finlay, direttore di Scottish Power – Ma la chiusura di Longannet segna la fine di un’epoca».
Non sono state prese decisioni sul futuro del sito, anche se diverse proposte sono in fase di discussione. Tra queste, anche una che prevede la trasformazione dell’impianto in un centro di ricerca sulle energie rinnovabili. Scottish Power ha promesso di fornire un progetto entro la fine dell’anno.
Da parte loro, gli ambientalisti locali hanno accolto con giubilo la chiusura di Longannet, notando che la centrale ha bruciato intorno ai 4,5 milioni di tonnellate di carbone l’anno ed era responsabile di un quinto delle emissioni dell’intera Scozia.
«Per un Paese che praticamente ha inventato la rivoluzione industriale, questo è un passo estremamente significativo, che segna la fine del carbone e l’inizio della fine per i combustibili fossili», ha dichiarato Richard Dixon, direttore di Friends of the Earth Scotland.