(Rinnovabili.it) – Usa e Brasile sono pronti a far crescere il proprio settore delle energie rinnovabili. In una dichiarazione congiunta, rilasciata ieri, i presidenti Obama e Roussef hanno annunciato l’impegno ad aumentare la quota di green energy, diverse dall’idroelettrico, al 20 per cento entro il 2030. In una comunicazione che ha il retrogusto di greenwashing, le due nazioni si sono dette intenzionate a raggiungere un accordo ambizioso che rispecchi il principio delle responsabilità comuni ma differenziate, a dimostrazione della loro serietà nella lotta contro il cambiamento climatico. E in un periodo in cui i cui i decisori politici (Australia a parte) sono sempre più a loro agio con proclami ambientali, Barack Obama e Dilma Rousseff dimostrano di essere in linea con i tempi, lastricando la strada verso la COP 21 di buone intenzioni. Per raggiungere l’obiettivo gli Stati Uniti dovrebbero triplicare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico e il Brasile raddoppiarla; fa quindi tirare un sospiro di sollievo sapere che il piano non contemplerà altri mega progetti idroelettrici.
Anche perché, in Brasile l’idroelettrico sta lasciando ferite aperte sul territorio: si sta ancora lottando con la costruzione della diga di Belomonte, il gigantesco progetto nello Stato di Para che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza di almeno 2.000 famiglie indigene locali con il cambiamento nel regime del flusso del fiume, oltre ad alterare per sempre fauna e flora.
Il presidente Rousseff ha colto l’occasione per annunciare anche un nuovo impegno sul fronte amazzonico, con la promessa di riforestare 12 milioni di ettari di terra entro il 2030, e per presentare un piano d’azione più ampio contro il climate change. Piano che come recita la nota di accompagnamento, sarà “ambizioso” e rappresenterà “il massimo sforzo possibile” e contemplerà anche azioni per migliorare le pratiche agricole a basso contenuto di carbonio, la promozione di promuovere nuovi standard tecnologici e senza emissioni per l’industria e l’aumento dell’efficienza energetica. Peccato che il Paese non abbia ancora presentato formalmente all’ONU il suo INDCs.